Si lascia ispirare dalla voce del profeta Isaia – “Per amore del nostro popolo” (cf. Is 62,1) – il Messaggio dell’episcopato di Capitanata sulla legalità, che sarà distribuito dal Mercoledì de Le Ceneri nelle parrocchie del foggiano. In una fase in cui il territorio locale patisce il malaffare e la delinquenza, nonché l’infiltrazione mafiosa in alcune delle Amministrazioni Comunali, determinandone lo scioglimento come è avvenuto, negli ultimi quattro anni, a Monte Sant’Angelo, Mattinata, Cerignola e Manfredonia, i Pastori delle Chiese locali – Vincenzo Pelvi, arcivescovo di Foggia-Bovino; p. Franco Moscone crs, arcivescovo di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo; Luigi Renna, vescovo di Cerignola-Ascoli Satriano; Giuseppe Giuliano, vescovo di Lucera-Troia; Giovanni Checchinato, vescovo di San Severo – non evitano di far risuonare l’invito a considerare la Quaresima come «il tempo privilegiato» di quel pellegrinaggio che, illuminato dalla legalità, cancelli «il buio del cuore» che oscura il «nostro territorio».
Nella collegialità e nella sinodalità, i «Pastori delle Chiese che sono in Provincia di Foggia» denunciano con chiarezza gli omicidi e i tentati omicidi, le sparatorie e gli atti intimidatori, le estorsioni, i furti, il riciclaggio di denaro derivante dallo spaccio di droga, sollecitando una autentica e vera conversione per uno stile di vita «più trasparente», segnato da onestà e rettitudine. Alla «cultura della minaccia», che in Capitanata parla il codice della «paura» e della «risposta omertosa», provocando quella «desertificazione strisciante» all’origine della «fuga dei giovani», i Vescovi contrappongono il linguaggio di un impegno deciso e decisivo per «risvegliare le coscienze, educare al senso civico, formare persone che abbiano il coraggio di assumere la responsabilità di essere onesti cittadini», allo scopo di «promuovere la missione della politica e costruire modelli sani di imprenditorialità». «Fratelli e sorelle, coraggio!» è l’unanime e assordante implorazione che chiede, dopo «un serio esame di coscienza, di denunciare, reagire e agire»: «Impegniamoci – si legge nel Messaggio – ad abbandonare il desiderio di dominare gli altri e impariamo a guardarci a vicenda come persone, come figli di Dio, come fratelli, che testimoniano quella cultura dell’incontro così da non ignorare i deboli, scartare i più fragili e gli ultimi, idolatrare il denaro». Nasce da tali riflessioni, l’invito a non lasciarsi «rubare la speranza»: solo insieme, favorendo «alleanze con tutti coloro che amano le buone pratiche e i comportamenti virtuosi», sarà possibile svestirsi dell’abito vecchio per indossare la veste nuova della «Chiesa in uscita» e di una «società che guarda al futuro», capace di costruire «una casa comune, solida e ricca di prospettive». La Quaresima di quest’anno, quindi, in Capitanata, sarà un corale e unanime «cammino di legalità», guidato dalle pagine di quella Parola – è la conclusione dei Vescovi alla scuola di papa Francesco – che permette a tutti e a ciascuno, proiettati verso la «Pasqua di Gesù», di «sperimentare la sua misericordia gratuita per noi».
IL TESTO INTEGRALE DEL MESSAGGIO
Cari fratelli e sorelle,
la Quaresima è il tempo privilegiato del pellegrinaggio interiore verso Colui che è la fonte della verità e della giustizia. È un pellegrinaggio in cui Lui stesso ci accompagna attraverso il deserto della nostra fragilità, sostenendoci nel cammino verso la gioia intensa della Pasqua. Dio ci custodisce anche nella valle oscura della vita e non permette che il buio del cuore spadroneggi nel nostro territorio. Come Pastori delle Chiese che sono in Provincia di Foggia, dinanzi ai recenti avvenimenti criminosi, facciamo nostre le parole del Profeta Isaia: “Per amore del nostro popolo non possiamo tacere!” (cf Is 62,1). Gli episodi gravi e inquietanti a cui assistiamo (omicidi, tentati omicidi, sparatorie, atti intimidatori ed estorsioni, furti e riciclaggio di denaro proveniente da spaccio e ogni tipo di malaffare) rendono l’intero nostro territorio ad alta esposizione mafiosa e impongono di convertirci ad un modo di vivere più trasparente, caratterizzato da onestà, rettitudine e legalità, promuovendo una società più giusta e fraterna. Tra noi, la “cultura della minaccia” corrisponde all’agire della mafia e della criminalità organizzata in genere; mentre la “paura” è la risposta omertosa e malata della società civile, che pensando di difendersi, si dà per sconfitta difronte al male. In questo modo, giorno dopo giorno, assistiamo all’impoverimento del nostro territorio, sempre più caratterizzato da meno servizi, meno infrastrutture, meno lavoro e meno prospettive per tutti. Questa situazione causa una “desertificazione strisciante”, ossia la fuga dei giovani dal sud Italia.
Come risposta a tale situazione, la Chiesa si sente impegnata a risvegliare le coscienze, educare al senso civico, formare persone che abbiano il coraggio di assumere la responsabilità di essere onesti cittadini, promuovere la missione della politica e costruire modelli sani di imprenditorialità. Riteniamo importante, perciò, affermare e testimoniare anche in contesti ardui e problematici come il nostro, che è possibile costruire un futuro diverso che semina e raccoglie frutti di legalità, sconfiggendo le “strutture di peccato” e innescando alleanze positive per riedificare nella giustizia la casa comune della nostra Terra di Capitanata. Fratelli e sor