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    Si sfoga il figlio del 79enne morto al Tatarella con Coronavirus. «Ricoverato per una caduta, è morto»

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    Si sfoga il figlio dell’uomo di 79 anni deceduto ieri al Tatarella di Cerignola con Coronavirus. In una lettera inviata al quotidiano foggiano l’Immediato l’uomo ricostruisce l’accaduto. «Sono il figlio del signore deceduto a Cerignola. Mio padre – si legge nella lettera – è stato a San Giovanni Rotondo per 15 giorni; il 5 marzo è stato trasferito a Rodi Garganico in un centro di riabilitazione. Il giorno seguente è stato condotto d’urgenza per presunta crisi respiratoria a Foggia e, quella stessa notte, a Cerignola dove sarebbe morto per coronavirus. Noi eravamo ignari dell’ultimo trasferimento». Nelle parole del figlio la possibilità che qualcosa non abbia funzionato. «Mio padre – continua – è diventato un numero da scrivere. Forse il mio messaggio sarà cestinato ma resto straconvinto che mio padre forse è deceduto per il coronavirus. Ciò che so è che era stato ricoverato per una caduta ed è uscito morto da un ospedale. Ora non colpevolizzate un innocente».