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    Cerignola, alle superiori si preferisce la DAD alla presenza: i dati e il commento dei Presidi

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    Almeno fino al 20 febbraio le scuole superiori pugliesi dovranno proseguire le lezioni in modalità ‘mista’ (sia in aula che da remoto, ndr) rimettendo alle famiglie la scelta tra didattica a distanza o in presenza, fermo restando in quest’ultimo caso il limite del 50% della popolazione scolastica. Lo ha stabilito l’ultima ordinanza del Governatore della Regione Puglia Michele Emiliano, che ha confermato la strategia adottata con quella precedente. Se queste sono le disposizioni, come hanno deciso di comportarsi le famiglie cerignolane? In quanti hanno scelto di deciso di proseguire con la DAD e quanti invece hanno optato per un ritorno tra i banchi? I dati forniti dalle scuole, relativi sia le adesioni registrate la settimana appena trascorsa sia le due successive, mostrano come nel centro ofantino sia prevalsa la linea della ‘prudenza’, con una netta preferenza per la didattica a distanza.

    Al Liceo Classico ‘N. Zingarelli’ il 99% degli studenti continuerà a seguire le lezioni da casa, mentre al Liceo Artistico ‘Sacro Cuore’ la percentuale si attesta all’80%. All’IISS ‘G. Pavoncelli’ l’87% ha optato per la DAD, mentre percentuali più basse, ma comunque significative, si rilevano all’IIS ‘Augusto Righi’, dove la didattica da remoto è stata scelta per il 63% degli studenti. Fanno eccezione i corsi serali organizzati dall’Istituto che registrano un’adesione in presenza al 68%. Lo stesso trend è riscontrabile nei dati del Liceo Scientifico ‘Albert Einstein’ dove, la scorsa settimana, hanno frequentato in presenza solo 22 studenti, mentre per le prossime due in aula saranno in 33. A causa di lavori di adattamento dell’impianto termico invece il 100% degli alunni dell’ITET ‘Augusto Righi’ dovrà ancora seguire forzatamente le lezioni da remoto almeno fino al 13 febbraio, per poi adeguarsi all’ordinanza regionale non appena le operazioni saranno terminate.

    NUMERI CHE FANNO RIFLETTERE: L’OPINIONE DEI PRESIDI

    Ma dietro il mero dato numerico si celano delle decisioni prese dalle famiglie cerignolane, ed è obbligatorio domandarsi perché si sia registrato un quasi plebiscito a favore della DAD. Come spiega a lanotiziaweb la dott.ssa Giuliana Colucci – dirigente del Liceo Classico ‘N. Zingarelli’ e dell’Istituto Artistico ‘Sacro Cuore’ – “è chiaro che le famiglie vivono con paura la situazione che stiamo vivendo in Puglia. Tuttavia è capitato anche che alcune ci abbiano chiesto di convincere i propri figli a tornare a frequentare in presenza, mentre altre hanno lamentato come i ragazzi se da una parte seguono le lezioni da remoto non rinunciano all’uscita serale con gli amici. Questi episodi sono sintomi di una realtà più complicata di quanto sembri, che va osservata e studiata per potersi confrontare con gli studenti e le loro famiglie al fine di capire quali siano le ulteriori problematiche, domestiche, sociali e culturali, che la pandemia ha messo a nudo”. Ci sono poi tutte le problematiche relative al regime di didattica mista che, secondo la dott.ssa Maria Rosaria Albanese – dirigente dell’IIS ‘Augusto Righi’ – “è priva di qualsiasi forma pedagogica. Le due metodologie che raccoglie sono infatti troppo diverse per coesistere e da ciò ne consegue una diminuzione della qualità dell’insegnamento – ci spiega -. Perciò sarebbe auspicabile che, anziché mortificare la didattica, in base ai dati epidemiologici e di rischio si scelga: o DAD o presenza. Solo così le scuole potranno organizzarsi in maniera adeguata per offrire un servizio valido”.

    Dello stesso avviso il dott. Pio Mirra – preside dell’IISS ‘G. Pavoncelli’ – secondo cui è necessario riconoscere che la fine dell’emergenza sanitaria è ancora lontana e che perciò, se si vuole garantire un rientro sicuro in aula, serve una programmazione a lungo termine: “Oggi non possiamo più parlare di situazione di emergenza, ma di situazione di pandemia, che per essere governata necessita di una rimodulazione dell’organizzazione scolastica, non estemporanea, ma frutto di programmazione. Per tornare a scuola in presenza e in sicurezza ed evitare che ogni regione vada in ordine sparso è necessario vaccinare il personale scolastico, sottoporre tutta la popolazione scolastica a test rapidi, dotare ogni scuola di termoscanner per la rilevazione della temperatura, di sistemi di aereazione di classe per lo più sottodimensionate, risolvere il sovraffollamento dei mezzi di trasporto pubblico. Bisogna stare sui fatti, sui casi concreti e su questi prendere decisioni”. A parere del dott. Salvatore Mininno – dirigente dell’ITET ‘Dante Alighieri’ – “è necessario soprattutto un patto di corresponsabilità tra scuola e famiglie. Il nostro Istituto è attrezzato per garantire sia per la didattica a distanza e, in assoluta sicurezza, anche quella in presenza. Tuttavia bisogna riconoscere che il rischio di contagio lo si corre soprattutto fuori, e non dentro la scuola. Perciò, se si ritiene che quello allo studio sia un diritto da garantire a tutti i costi, chiediamo ai nostri studenti e alle loro famiglie di rispettare con scrupolosità le regole anti-contagio in modo da garantire la ripresa delle lezioni in serenità ed evitare il rischio di nuove chiusure”.

    6 COMMENTS

    1. Invece di Lamentarsi i dirigenti, si organizzassero definitivamente per la didattica Mista.

      Se la gente ha paura dei contagi, spetta ad ognuno singolarmente decidere cosa è sicuro e comodo.

      Quando ci saranno Zero Decessi per Covid, allora sarà sicuro frequentare in presenza le scuole.

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