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    “Cerignola non ha il mare!”, forse i marinai…

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    “Cerignola ha il mare!” sosteneva un amministratore locale qualche tempo fa, sotto lo sberleffo di tutti i commentatori nostrani. Poi – in questi giorni – scorrendo i social ci si è imbattuti in alcuni profili che presentavano pezzi di Cerignola in immagini di acque gelide e vele al vento. Così quell’astrusa affermazione ha avuto un suo interrogativo: “Cerignola ha il mare?”. Pare proprio che il 19 dicembre si sia concluso il Campionato Invernale di vela d’altura organizzato dalla Lega Navale Italiana-Sezione di Manfredonia, nella sua XVI edizione e che tra quelle acque gelide a gareggiare ci sia stato anche un equipaggio nostrano, made in Cerignola. Per provare a capirne di più, abbiamo chiesto ad un portavoce dell’equipaggio – Antonio Pedone – di aiutarci rispondendo ad alcune domande.

    Quindi esiste davvero un equipaggio di Cerignola? (da quanto, come si chiama, da chi è composto) Sì, esiste e fino a qualche tempo fa ce n’era anche più di uno. L’equipaggio di Cerignola attivo oggi sui campi di regata è quello dell’imbarcazione Vega, di cui faccio parte e che domenica ha vinto il XVI Campionato Invernale di Vela d’Altura Gargano Winter Race, classe Libera, piazzandosi primo in tutte le gare disputate. Un risultato che ci riempie di orgoglio. Sono dell’equipaggio Attilio Manfrini, Arveno Bonavita, Luigi Perta, Roberto Mansi, Dante Torlontano, Vincenzo Torlontano, Giuseppe D’Emilio, Andrea Delaurentis, Wanda Fatone e Antonio Pedone, che vi scrive. Quando ho iniziato, quattordici anni fa, gli equipaggi cerignolani erano due: quello di Gaia, imbarcazione di Attilio Manfrini – oggi armatore e randista di Vega -, e l’equipaggio di Viadimezzo, con al comando Arveno Bonavita – oggi timoniere di Vega -. In quel periodo Cerignola è stata sul podio più volte. Ma la presenza dei cerignolani sulle barche a vela è da far risalire certamente a molti anni prima. Ci sono diversi amanti della vela in questa città, alcuni già citati con curriculum lunghi trenta, quarant’anni che l’hanno praticata su tanti tipi di imbarcazione, altri avvicinatisi più di recente; giovani e meno giovani, alcuni più attivi, altri meno e alcuni, anche molto capaci, non residenti più qui e che si sono messi in mostra in acque lontane. Non mancano le donne, con il contributo delle quali anche in passato abbiamo portato a casa trofei. Insomma, siamo un gruppo certamente piccolo rispetto a quanto può accadere nelle città di mare – e, va detto, non in tutte accade -, ma molto più numeroso e assortito di quanto ci si aspetterebbe in una città che ha il mare più vicino a 25 km. E a volte riusciamo anche a farci valere.

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    Ci spieghi esattamente come nasce questa passione in una città come la nostra che -confermiamo – geograficamente non ha il mare? A Cerignola abbiamo la grande, non comune fortuna di avere velisti che praticano la vela, come detto, da più di quarant’anni e che hanno sempre coinvolto chiunque avesse voglia di imparare. A questo si aggiunga l’analoga fortuna di avere una vicina Lega Navale, quella di Manfredonia, molto attiva nell’organizzare manifestazioni sportive, alcune delle quali ormai storiche e che attirano equipaggi anche da porti lontani. La mia personale prima volta su una barca a vela risale, come dicevo, a circa quattordici anni fa, allora invitato dall’ing. Attilio Manfrini a provare questa nuova esperienza insieme ad altri amici miei coetanei. È lui che mi ha iniziato alla vela e alla vita di mare ed è da lui che ho imparato tutto ciò che so.

    Le foto pubblicate sui social sono davvero cariche di trasporto: quali sono le emozioni principali che una passione come la Vela regala? In comune con altre attività che si praticano lontano dai centri abitati, la vela ha il pregio di portarti in uno scenario, quello del mare più o meno lontano dalla costa, che da solo è sufficiente a provocare sensazioni positive ed effetti rigeneranti, con nelle orecchie il solo suono del mare e del vento e negli occhi panorami spettacolari. A questo aggiungiamo l’ulteriore strappo di ritrovarsi d’un tratto su una barca a vela, un luogo in cui non c’è niente che possa somigliare neanche lontanamente a ciò che si è abituati a maneggiare ogni giorno, a partire dai nomi di ogni singola cosa. Ma prima ancora c’è il mondo del mare: il porticciolo, i pontili, gli uomini di mare e i loro racconti. In regata a tutto questo si aggiunge la sana sfida, l’impegno fisico, la resistenza alle inclemenze del meteo, la pazienza, la disciplina e, in fortunate combinazioni di tutto ciò, la soddisfazione dei risultati.

    Quali sono le vostre ambizioni? Qualche giovane interessato potrebbe associarsi a voi?Vogliamo principalmente continuare a goderci la nostra passione come abbiamo sempre fatto. Le competizioni sono infatti prima di tutto un pretesto per uscire in barca e andare per mare che è la cosa che ci piace più fare. Ovviamente ci mettiamo sempre tutto l’impegno che serve e, si sa, quando poi i risultati arrivano se ne cercano sempre di nuovi. Giovani e non sono sempre benvenuti, purché in buona salute, mediamente agili, con un buon rapporto con il mare e ben disposti sia all’apprendimento delle tante cose da imparare che a quel po’ di sacrificio che ogni passione sportiva comporta. Al momento tutti i ruoli sono coperti ma in futuro potrebbe esserci spazio per qualche buona riserva.

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