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    Marcello Moccia: «Facciamo chiarezza sul recupero del murale di Di Vittorio»

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    Riceviamo e pubblichiamo integralmente una nota stampa a firma di Marcello Moccia, già consigliere comunale di opposizione nell’ultima consiliatura, avente ad oggetto la cronologia del ripristino del murale dedicato a Giuseppe Di Vittorio. Moccia rievoca il finanziamento assegnato dalla regione Puglia quando in carica c’era l’amministrazione Giannatempo e racconta di come l’ex sindaco Metta volesse erigere un nuovo monumento al sindacalista: una volta arrivato il finanziamento per il restauro, dice Moccia, lo stesso Metta si è appropriato dei meriti della rinascita e nuova collocazione dell’opera, dimenticando i passaggi reali e autentici dello sviluppo della vicenda.
    Il monumento dedicato a Giuseppe Di Vittorio, che a Cerignola tutti chiamiamo “murale”, fu realizzato nel 1975 perché fortemente voluto dall’Amministrazione Comunale dell’epoca e pochi anni dopo rimosso da piazza della Repubblica per consentire i lavori di ristrutturazione della stessa piazza. Le parti smontate furono conservate (senza la cura necessaria per un’opera così importante) nei depositi comunali e lì rimasero fino a quando, grazie alla partecipazione democratica di tutte le forze cittadine, un intenso dibattito tra cittadini – animata da una pagina Facebook – e il coinvolgimento dell’Istituto Statale d’Arte, si cominciò ad intravedere un percorso che poteva portare alla rinascita del nostro Murale. In corso d’opera seguì un interessamento Politico che vide la collaborazione dell’Amministrazione Comunale di C.D. (2010-2015) e la dott.ssa Elena Gentile, allora Assessore Regionale al Lavoro (2010-2015), che adottò la delibera Regionale n. 1262 per promuovere “interventi di educazione nella legalità al lavoro sul territorio pugliese” per finanziare i lavori. Numerosi gli incontri, nel Comune di Cerignola, tra Dirigenti Tecnici Comunali, un Responsabile Tecnico della Regione Puglia ed alcune Associazioni che parteciparono alla presentazione del bando. L’architetto Gallo Paolo e il Restauratore Daddario Francesco proposero la pazza idea di un recupero totale dell’Opera così come era stata progettata.
    Il progetto fu quindi presentato dalla Capofila Amministrazione Comunale dell’epoca con il fattivo intervento dell’Assessore Regionale Elena Gentile (che ne individuò il bando), la Redazione del Progetto da parte del Restauratore Daddario e dell’architetto Gallo e Partners nella progettazione le Cooperative Sociali Pietra di Scarto e Altereco. Il Progetto risultò vincente e si posizionò al 2° posto, su una decina di progetti finanziati, ma fu bloccato prima a seguito di ricorso giudiziale, risultato poi non accoglibile, e dopo dalla legge di Bilancio Monti. Quando ormai tutto faceva presagire la perdita del finanziamento per il progetto del Murale, Metta parte con un’idea per me sconvolgente, nel voler sostituire il Murale di Di Vittorio con una scultura in travertino da collocare di fronte alla Camera del  Lavoro (CGIL) con la posa della prima pietra. Però, nel 2016 come “un fulmine a ciel sereno”, la Regione Puglia comunicava al Comune di Cerignola lo sblocco del finanziamento di euro 74.999,00 a suo tempo deliberato, determinandone l’erogazione. Metta appena saputo del Progetto di Recupero dell’intera opera, capì dell’opportunità politica, dimenticò il travertino e fece convocare una riunione con Assessori, Dirigenti e Progettisti per comunicare la disponibilità a riprendere il progetto che prevedeva “il recupero fedele e l’ubicazione indicata, a suo tempo dai Progettisti”.
    Se di merito si vuol dare a Metta, potrebbe essere quello di aver dato totale disponibilità ai Dirigenti del Comune nel seguire il Progetto di ricostruzione. Questa è la storia, scritta in atti, della quale ci sono testimoni viventi! La propaganda ingannevole, basata come suo solito sul convincimento che “tanto la gente non sa o ha dimenticato” la lasciamo a Franco Metta. Noi continueremo a dire SOLO la verità sperando che questa precisazione gli sia di lezione per capire che ai cittadini si deve dire SEMPRE la verità perché diversamente si fanno brutte figure. Infine c’è da aggiungere che solo un grande uomo come Giuseppe Di Vittorio ha reso possibile l’edificazione monumentale con la partecipazione di tutta la città, le sue associazioni, la Scuola e la Politica tutta!