Scatterà lunedì 11 aprile l’aumento del costo del pane a Cerignola. Lo hanno deciso in comune accordo i panificatori del comune ofantino, spinti a far ciò da diverse motivazioni. Ad illustrarle a lanotiziaweb.it è Francesco Carducci, titolare del panificio omonimo e portavoce cerignolano della categoria, che conta circa una ventina di esercizi appartenenti: «Abbiamo deciso all’unanimità che il prezzo del pane al pubblico sarà aumentato di 0.50 € al chilogrammo. Il costo è dovuto agli aumenti delle materie prime: farine, semole, lievito e tutto quello che è inerente alla panificazione. In più c’è l’aumento del costo dell’energia elettrica e del gas e anche dei prodotti per l’imballaggio: carta, vassoi, sacchetti di carta, cartone, buste di plastica e quant’altro. È un prezzo che andiamo a porre al pubblico per via di questi rincari, non di nostra iniziativa. Credo che 50 centesimi siano il minimo sindacale per sostenere gli aumenti che stiamo subendo». La categoria teme che questi non siano gli unici rincari all’orizzonte: «Così come stanno le cose, se ne prevedono di nuovi. Vale soprattutto per quanto riguarda le materie prime. Fa paura anche a me dire al pubblico di questi nuovi aumenti. Spero in cuor mio che di questo non ci sia bisogno, che il costo delle materie prime rimanga stabile».
La problematica è affiorata prepotentemente in queste settimane. Tuttavia si trascina da tempo: «È un fenomeno che si sta verificando da ottobre 2021 – precisa Carducci –per via della carenza del grano duro. I prezzi sono schizzati per le semole. Siamo stati costretti ad alzarli di 50 centesimi. Adesso ci ritroviamo con i fornitori che ci dicono che è rincarato il trasporto per via dei costi del gasolio, che è rincarata la materia prima perché non si reperisce grano o per il costo dell’energia per la sua produzione. La nostra speranza è che questi costi si blocchino, perché è una filiera che parte dal grande e finisce, man mano, al consumatore finale». Dalla categoria dei panificatori un messaggio rivolto proprio ai consumatori: «Dico a malincuore che siamo in un brutto periodo. Ognuno pensa alla propria casa, alle proprie spese. Loro mi fanno giustamente presente che è difficile andare avanti e io rispondo che è difficile andare avanti anche per me. Capisco i consumatori, che di questi tempi stanno subendo botte a destra e manca, e spero per loro in un aumento dei salari». In conclusione, un appello verso gli organi preposti: «Vorrei tanto che i prezzi di tutti i prodotti fossero calmierati, affinché si vada verso un giusto adeguamento e nessuno faccia di testa propria».