Dopo lo spartiacque estivo l’ultima porzione dell’anno si avvia ad essere tra i più complicati degli ultimi anni. Caro energia, costo del carburante e impennata dei prezzi delle materie prime, provocano a cascata un’impennata dei prezzi, rosicando guadagni e marginalità. Paradossale come tutto costi di più e nelle tasche di commercianti e imprese resti sempre meno. A parlarne è una piccola realtà imprenditoriale a conduzione familiare. Nelle parole anche l’ipotesi che qualcuno stia speculando su tutto quanto.
L’impennata dei prezzi coinvolge anche beni di prima necessità e dunque alimenti. Cosa sta accadendo? «Innanzitutto ringrazio lanotiziaweb.it per averci dato la possibilità di intervenire su tale argomento. Noi siamo una piccola realtà nata 3 anni fa nel settore caseario che si occupa della distribuzione di mozzarella di bufala, fior di latte per pizzeria e gastronomia. Quello che sta succedendo nel nostro settore è terribile. Gli aumenti che in generale noi tutti stiamo subendo sono qualcosa di assurdo. Basti pensare al gasolio, al gas, all’energia…e via discorrendo. Ogni giorno è una lotta continua contro gli aumenti del latte, il cui prezzo è salito alle stelle subendo aumenti di oltre 30 centesimi. Il rincaro del latte si ripercuote poi per 10 volte sul costo del prodotto caseario: sul prodotto finale quindi siamo già a oltre 3€ di aumento».
Quali le cause e le possibili soluzioni? «Le cause sono tante, dal caro carburante al caro energia. Ci dicono che è colpa della guerra, magari un po’ sì, ma non del tutto. Dicono che manca il latte, la materia prima, ma non è sempre così. Sono in corso anche parecchie speculazioni, principalmente esercitate da allevatori e grossi intermediari. Una delle soluzioni potrebbe essere il maggior controllo delle autorità competenti. E anche uno sciopero generale dei grandi consorzi caseari, tipo quelli di Andria o Napoli, che rappresentano le più grandi produzioni in Italia». In definitiva cosa chiedete? «Noi chiediamo che tutto questo possa terminare al più presto, perché il consumatore finale, come noi, è esausto. Noi che siamo a stretto contatto tutti i giorni con gli acquirenti non vediamo futuro per il nostro settore. Aumentare il prezzo tutti i giorni non risolverà il problema. Bisogna intraprendere una strada diversa».