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    L’INTERVISTA/Mons. Renna saluta Cerignola: «Con me porto il ricordo di una città generosa e resiliente»

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    Con la messa di benedizione di domani sera in cattedrale, si concluderà il ministero episcopale di Mons. Luigi Renna presso la Diocesi di Cerignola-Ascoli Satriano. Un percorso iniziato poco più di sei anni fa, il 2 gennaio 2016, data in cui l’allora rettore del Pontificio Seminario Regionale “Pio XI” è stato ordinato Vescovo, e che adesso lo porterà a governare l’Arcidiocesi di Catania. Il cammino di Mons. Renna nella nostra terra è stato breve, se paragonato a quello del suo predecessore don Felice di Molfetta, in carica dal 2000 al 2015, ma anche intenso. Lo è stato nell’aspetto pastorale, che lo ha visto impegnato a guidare laici e presbiteri secondo la dottrina della “Chiesa in uscita” di Papa Francesco. Non a caso, appena insediatosi, nella sua prima lettera rivolta alla comunità diocesana, scrisse: «Aiutatemi a profumare di gregge».

    L’ADDIO AI PRIMI GERMOGLI DELLA SEMINA

    Papa Bergoglio ha chiesto a Mons. Renna di guidare l’Arcidiocesi di Catania quando, come egli stesso spiega, la sua missione nella nostra terra di certo non era ancora realizzata. «Sono qui da appena sei anni e mi trovo nel pieno del ministero anche di tanti cambiamenti, del cammino sinodale e anche della raccolta di alcuni risultati nell’ambito pastorale. Credo che non abbiamo ancora dei frutti maturi, ma stanno germogliando su tutti i fronti tanti semi, che non ho gettato certo tutti io, perché è stato un lavoro di comunità». Tante sono state in questi anni, infatti, le iniziative della Diocesi volte a rispondere alle esigenze della comunità. C’è l’esempio di ‘Casa Bakhita’, per l’accoglienza degli immigrati che lavorano nei campi, quello del progetto ‘Policoro’, in contrasto alla disoccupazione giovanile, o l’opera di formazione sociopolitica della scuola ‘Giorgio La Pira’ e le iniziative sula legalità. Ma uno dei risultati più importanti raggiunti questi anni, secondo Renna, è stata la rinascita di una sensibilità verso il disagio giovanile e la cura dei ragazzi: «Fino a qualche anno fa l’oratorio estivo veniva vissuto solo in pochissime parrocchie, oggi in tutte. O ancora, penso all’importanza dei progetti ‘Charlie fa Surf’ e ‘Diorama’ contro la dispersione scolastica. Possiamo dire che i risultati sono quelli non di un prodotto finito ma di un seme che comincia a germogliare. Bisogna stare attenti affinché non venga attaccato dal gelo della rassegnazione e dei timori».

    LE DIFFICOLTA’ E LA RESILIENZA DEI CERIGNOLANI

    Gli anni di Mons. Renna a Cerignola sono stati anche quelli dei due eventi cardine che hanno segnato la storia recente di Cerignola: il commissariamento per infiltrazioni mafiose e la pandemia. Ma secondo il Vescovo, i cerignolani hanno saputo mostrare il loro volto migliore proprio nei momenti difficili: «La comunità ad un certo punto ha vissuto dei forti traumi, ma le si può attribuire la virtù della ‘resilienza’, il non lasciarsi abbattere. Se fosse stata solo resistente avrebbe soltanto dimostrato di saper rimanere se stessa. Invece, sia di fronte al commissariamento sia durante la pandemia, è stata generosa e solidale. Io ne sono testimone e ne è prova la grande opera fatta nelle comunità parrocchiali, nelle associazioni, nel centro Caritas, così come la grande maturità dimostrata nell’accettare la sospensione forzata delle manifestazioni religiose esterne». E sarà proprio questo il ricordo di Cerignola che Renna custodirà nel tempo: «Porto con me l’esperienza di un popolo che non si è mai rassegnato, pur in tanta sofferenza. La città ha acquisito una maggiore consapevolezza di sé, dimostrando una fede che non è solo esteriore ma che sa stare nelle situazioni». Non sono mancati in questi anni momenti di incomprensione: il “caso De Nittis” dell’agosto 2018, le pagine della relazione ministeriale sul cimitero a fine 2019 e il ‘tirare per la giacchetta’ la Chiesa di alcune forze politiche hanno dato vita a speculazioni mediatiche da cui, secondo Mons. Renna, la comunità ha saputo difendersi dignitosamente: «C’è sempre stata una bella sintonia tra laici, presbiteri e il proprio pastore e si è sempre voluto andare avanti anche nelle difficoltà. È vero, c’è stato qualche malinteso, e se ho sbagliato qualcosa ne ho tratto insegnamento, ma non c’è mai stato un muro contro muro, anzi non è mai mancato il rispetto delle decisioni altrui e la volontà di andare avanti insieme». E l’augurio che il Vescovo fa alla comunità per l’avvenire è proprio quello di «essere sempre più unita, perché quando ci sono elementi di divisione, come la mancanza di rispetto degli altri, bisogna avere il coraggio di andare avanti e non rassegnarsi a queste voci che non la porteranno mai a crescere. Cerignola ha davvero una marcia in più e le auguro di continuare su questa linea, che mette da parte tutto ciò che può far dubitare dell’intelligenza e della buona fede dei suoi cittadini».

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