Pubblichiamo di seguito e integralmente una nota stampa giunta in redazione di Fratelli d’Italia, che commenta l’andamento del consiglio comunale di ieri, interrotto senza procedere all’esame dei punti all’ordine del giorno.
Il Consiglio comunale di stamattina (ieri per chi legge, ndr) rispecchia questi primi 6 mesi di amministrazione guidata da Francesco Bonito: tanta approssimazione, parecchia supponenza e zero concretezza. La mancata surroga del consigliere dimissionario Franco Metta fa sì che nella seduta odierna la composizione del Consiglio non fosse di 25 ma di 24. Era legittimo continuare? Le opposizioni hanno posto il dubbio. La maggioranza ha risposto con immotivata sicurezza, pur non argomentando il sì se non con posizioni soggettive. In ballo, la legittimità non solo della seduta, ma dei punti approvati. A partire dal bilancio di previsione. Alla fine, dopo 2 ore di autocelebrazioni, tutti a casa: Consiglio rinviato. Dopo la surroga. «Il sindaco ad un certo punto – spiega il consigliere di Fratelli d’Italia, Nicola Netti – ha addirittura affermato che bastasse la metà più uno dei consiglieri per ritenere valida la seduta, come se presenza e composizione strutturale dell’assise fossero la stessa cosa. Non lo sono tecnicamente né lo sono politicamente. E la segretaria, l’unica deputata a pronunciarsi, non ha fornito risposta esaustiva a continuare i lavori. Se la presidente non avesse rinviato la seduta, col capogruppo Antonio Giannatempo, avremmo abbandonato l’Aula, per non prestarci ad un Consiglio di incerta legittimità».
Tante interruzioni, durante le 2 ore di discussione, senza mai toccare i punti all’ordine del giorno: «Il bilancio di previsione dovrà aspettare – commenta il coordinatore cittadino di Fratelli d’Italia, Gianvito Casarella – e così anche la città. Un’approvazione viziata del bilancio avrebbe potuto comportarne l’annullamento successivo, con tutte le conseguenze concrete. Né il sindaco può rilanciare la responsabilità di un’impugnativa nel campo delle opposizioni: è lui che deve assicurare la legittimità di quel che fa e se non siamo convinti lo diciamo. La discussione di oggi era quella più importante fin qui: quella della visione di città, della programmazione. Eppure per svolgere un Consiglio tranquillamente regolare sarebbe bastata un po’ d’umiltà. Ma non c’è».