L’autostrada si era all’improvviso trasformata in un inferno fatto di fiamme, colpi d’arma da fuoco, esplosioni e chiodi lanciati sulla carreggiata. L’Italia era rimasta col fiato sospeso per ore e tanti automobilisti erano precipitati per interminabili minuti nel più puro terrore. Dopo sei mesi di lunghe e delicate indagini, di notti ‘in trasferta’ ed intercettazioni gli agenti della squadra mobile, diretta da Mario Paternoster erano riusciti ad arrestare i responsabili. Ieri, per quel terrificante assalto al furgone portavalori sull’A1, vicino all’uscita di Modena Sud del 14 giugno 2021 sono arrivate le condanne. Nel processo con rito abbreviato il giudice Clò ha condannato a 18 anni di carcere l’ideatore del colpo ed esecutore materiale, Pietro Raffaeli – per il quale i pm avevano chiesto 20 anni – a 14 anni Stefano Biancolillo (la pubblica accusa ne aveva chiesti 18) e ancora a 12 anni e otto mesi Pasquale di Tommaso e a 11 anni Pietro Pecorella.
La pubblica accusa, rappresentata dai pm Bombana e De Santis aveva chiesto poi dodici anni per il quinto imputato, Umberto Netti, ritenuto braccio destro del boss Raffaeli ma ieri, a sorpresa, il giudice lo ha assolto e sarà quindi scarcerato. Complessivamente per la banda di rapinatori erano stati chiesti 86 anni di carcere. Pene sostanziose dunque per i rapinatori e ora gli avvocati valuteranno l’appello, una volta lette le motivazioni. L’udienza, a cui erano presenti gli imputati, si è svolta come le precedenti in un tribunale blindato. Sarà giudicato con rito ordinario invece il sesto imputato, Angelo Carabellese. Gli imputati erano finiti a processo con le pesanti accuse di tentato omicidio, rapina aggravata e porto abusivo d’armi. Il tentato omicidio era stato contestato a tre dei quattro imputati: Stefano Biancolillo, Pietro Raffaeli, ritenuto l’ideatore del colpo appunto e Pasquale di Tommaso ma non a Pietro Pecorella. I banditi, dopo aver messo a ferro e fuoco chilometri di autostrada e dopo aver tentato di uccidere tre guardie giurate cercarono di mettere le mani su due milioni e mezzo di euro, ma furono costretti a fuggire a mani vuote. Il commando quella sera era composto da circa 15 persone e dopo i primi quattro arresti, gli agenti avevano ammanettato Netti e Carabellese, 42 e 50 anni, entrambi residenti a Canosa di Puglia che – secondo le indagini – avevano messo a disposizione dell’organizzazione criminale mezzi idonei per la fuga. Ieri, però per Netti è arrivata l’assoluzione. Secondo la pubblica accusa, la banda aveva preparato quasi militarmente il colpo, organizzandolo nel minimo dettaglio e sarebbe stata pronta a metterne a segno un altro. L’operazione della mobile, però, ha assicurato alla giustizia la pericolosa organizzazione criminale. (Il Resto del Carlino)
1 assolto???? vergognoso