Colombi viaggiatori, dazio sulla neve di Cerignola, tasse sul bestiame e…la “Società anonima della filanda di canape in Bagnacavallo”. C’è di tutto nelle oltre 22mila leggi obsolete cancellate dal governo Meloni, su proposta del ministro per le Riforme istituzionali e la Semplificazione normativa Maria Elisabetta Alberti Casellati, impegnata nello snellimento della burocrazia italiana. Con un provvedimento del Consiglio dei ministri è stato eliminato un ulteriore pacchetto di 3.637 decreti firmati dai re Vittorio Emanuele II e Umberto I, che fino a oggi erano tecnicamente in vigore, che sommati a quelli già abrogati si arriva a un totale di 22.574 norme risalenti alla monarchia ora cancellate.
Le norme abolite – Come riporta Il Mattino, la prima fase dell’intervento del governo Meloni ha visto la cancellazione di 2.535 decreti regi risalenti al periodo 1861-1870. Tra questi ci sono l’autorizzazione data al Comune di Cerignola per imporre un dazio sulla neve e l’estensione “a tutti i cittadini del Regno” del diritto di concorrere ai posti gratuiti del Collegio di Musica di Napoli. Abolito poi il “Regolamento del Corpo dei pompieri di Forlì” e il decreto che approvava la “Società anonima della filanda di canape in Bagnacavallo”. Abrogato anche il decreto regio del 1864 che regolava “la tassa sui noleggi delle merci importate ed esportate per via di terra e di mare nella città di Bari e sua provincia“, insieme a quello di otto anni più tardi che approvava la “Società generale italiana per le latrine asportabili e per la fabbricazione dei concimi in Firenze“. Addio inoltre alla legge che prevedeva nel 1874 l’aumento del “numero dei fuochisti del Regio lancia-siluri Pietro Micca“.
Via il decreto regio che istitutiva il “Regolamento amministrativo-contabile della Regia azienda monopolio banane” e quello per l’approvazione del “Regolamento per l’applicazione della legge riguardante l’allevamento e l’impiego dei colombi viaggiatori“. Ci saluta definitivamente la norma del 1877 che annullava “la deliberazione del Comune di Lucca, relativa all’imposizione di una tassa sugli atti di matrimonio celebrati in tempo di notte”. Vedono la loro fine anche le “Modificazioni al regolamento sulla requisizione dei quadrupedi e dei veicoli per il Regio esercito e per la Regia Marina” e la norma che indicava la trasformazione della “pia casa delle ritirate di Crema in ricovero per fanciullette povere”. Come riporta Il Mattino, è stata anche cancellato il decreto del 14 luglio 1895 che autorizzava “il Comune di Pesaro a continuare a riscuotere in luogo e a compensazione della tassa di minuta vendita sulle bevande vinose e spiritose, sul mosto e sull’uva, un dazio addizionale superiore al 50 per cento del governativo per l’introduzione delle dette bevande nella linea daziaria”. (tratto da tgcom24.mediaset.it)