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    Questione taglio delle commissioni per pagamenti con la carta: qual è la situazione

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    Il nuovo governo non sta certo avendo uno sviluppo tranquillo. Con i costanti tira e molla, progetti ambiziosi impossibili da realizzare e proposte in completa opposizione al mondo digitalizzato di oggi. Una delle grandi “battaglie” degli ultimi anni è quella delle commissioni per pagamenti con carta, un ostacolo che ha creato non poche tensioni tra commercianti e governo, così come tra esercenti e clienti. Le iniziative governative per rendere obbligatoria la presenza di un POS nell’attività, dopotutto, ancora si scontrano con la presenza di limiti entro cui le commissioni potrebbero rendere davvero poco profittevole l’attività commerciale. Eppure la strada diretta al futuro vede molte banche, in tutto il mondo, impegnate a ridurre le commissioni sui pagamenti con POS. In molti paesi, i consumatori si sono lamentati a lungo delle tariffe sempre più alte per l’utilizzo dei servizi bancari e l’impegno da parte degli istituti finanziari ormai non è più opzionale, ma un obbligo creato dal sempre crescente numero di pagamenti digitali, sia di presenza che online, fenomeno che ha coinvolto pressoché qualsiasi settore, come dimostrano anche i numeri dei casinò italiani che accettano Mastercard.

    Le banche impegnate nel taglio delle commissioni: quali sono e dove sono?

    Il termine imposto dal governo sui prestatori di servizi di pagamento, ovvero perlopiù banche, è del 31 Marzo. Dopo tale data, se non saranno trovate soluzioni per eliminare le commissioni dei pagamenti sotto i 10 euro e ridurre quelle per i pagamenti sotto i 30 euro, la legislazione permetterà allo Stato italiano di tagliare i profitti di tali aziende del 50%. Il problema principale riguarda i circuiti Visa e Mastercard, le cui commissioni non riguardano soltanto l’Italia, ma tutti i paesi del mondo. Se però solitamente gli istituti bancari e i governi dei vari Paesi hanno trovato soluzioni condivise per abbattere questi costi nei confronti degli esercenti, in Italia il discorso è ancora molto aperto, complice un ritardo estremo nell’adozione di pagamenti digitali nel nostro Paese. In Germania, ad esempio, la Deutsche Bank ha recentemente annunciato la riduzione delle commissioni bancarie per i suoi clienti. Secondo la Deutsche Bank, ciò aiuterà a creare un maggiore equilibrio tra i costi sostenuti dalle banche e il valore che i clienti ricevono. Anche la Francia sta seguendo questa tendenza. Nel settembre 2021, la Banque Populaire ha annunciato la riduzione delle commissioni bancarie per i suoi clienti. In generale, la tendenza verso il taglio delle commissioni bancarie sembra essere una risposta alla crescente pressione sui profitti delle banche. I margini di profitto degli istituti finanziari sono stati ridotti ultimamente a causa della concorrenza più agguerrita, delle tasse bancarie e delle spese legali. Inoltre, lo sviluppo dell’ultimo decennio ha costretto le banche a rendere i propri servizi bancari più convenienti e accessibili. Questo è particolarmente vero per i giovani, che spesso preferiscono le banche digitali ai tradizionali servizi bancari a causa della maggiore comodità e del minor costo, oltre alla possibilità di ridurre l’impatto ambientale di molte operazioni.

    Esiste quindi una soluzione per fare tutti contenti?

    Ci sono alcune preoccupazioni, tuttavia, sulla fattibilità del taglio delle commissioni bancarie. Molti esperti del settore finanziario temono che la riduzione delle commissioni bancarie possa portare a una riduzione dei profitti delle banche, che potrebbe avere un impatto negativo sulla stabilità finanziaria, oppure a una richiesta da parte delle realtà finanziarie di una sorta di “compensazione” da parte dei governi. Alcuni pensano addirittura che potrebbero essere sospesi i servizi se queste richieste non fossero soddisfatte. Tuttavia, non sono poche le voci di esperti che invece sostengono la riduzione delle commissioni bancarie. Queste iniziative potrebbero avere infatti un impatto positivo sui profitti delle banche a lungo termine, specialmente in un mondo che vede le transazioni digitali in costante aumento. L’aumento della base dei clienti significa un approccio molto più “aggressivo” nei confronti dei tagli delle commissioni, in quanto convincerebbe anche gli scettici ad adottare i pagamenti digitali e di conseguenza portare più flusso alle banche e alle piattaforme che offrono i servizi. Ovviamente la questione “PR” non è da sottovalutare. Oggi in molti guardano agli istituti bancari che “osano”, la concorrenza ha permesso a nuovi operatori sul mercato finanziario di combattere e persino battere (come è successo per il Monte dei Paschi di Siena) le realtà bancarie storiche. In pratica offrire servizi a buon prezzo e tagli sulle commissioni è un investimento a lungo termine, in grado di far diventare sufficientemente attiva una banca, al punto da poter ingrandire nel tempo la propria area d’azione. Offrendo servizi bancari a prezzi più accessibili, le banche potrebbero guadagnare la fiducia dei clienti e, conseguentemente, costruire relazioni a lungo termine basate su fiducia e soddisfazione.

    L’Italia sta chiedendo troppo, o troppo in fretta?

    Le aspettative del governo di trovare una soluzione entro la fine di Marzo sembrano piuttosto eccessive. Il taglio delle commissioni bancarie è una tendenza globale in aumento, con molte banche in tutto il mondo che cercano di adottare questa strategia per migliorare la loro competitività e soddisfare le esigenze dei clienti. Allo stesso tempo, l’impegno dei vari governi è profuso, specialmente negli Stati europei, ma non sembra esserci una soluzione univoca. Considerando costi e benefici di mosse così drastiche, la paura che si crei un’asimmetria tra il mercato bancario italiano e del resto del mondo, con conseguenti ripercussioni sull’economia nazionale, è concreta. Tuttavia, è importante notare che il taglio delle commissioni bancarie potrebbe anche essere il punto di svolta per i nuovi operatori bancari, che potrebbero cogliere l’occasione per inasprire ancora di più la concorrenza e favorire l’evoluzione delle tecnologie finanziarie, di fatto lasciando “indietro” tutte le realtà che non saranno disposte a seguire il progresso. Sarà interessante vedere come questa tendenza continuerà a evolversi e come influenzerà il settore bancario globale nel lungo termine. Per ora attendiamo la fine di Marzo.

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