Sarebbero circa 150 i braccianti stagionali che da settimane vivono in un accampamento di fortuna situato in contrada Santo Stefano, nelle campagne di Cerignola. Lì i lavoratori, per lo più extracomunitari, versano in condizioni igienico-sanitarie precarie che mettono a rischio la loro incolumità, costretti a dormire tra i campi in ripari di fortuna circondati dai rifiuti. «La situazione è in continua evoluzione. Temiamo che le presenze possano aumentare. A inizio novembre 2023, infatti, erano addirittura 500 o 600», spiega preoccupato ai nostri microfoni don Pasquale Cotugno, delegato regionale della Caritas per la Regione Puglia. Questa emergenza nei campi è ormai una costante da almeno tre anni e il timore che le cose possano peggiorare è tanto. La Caritas diocesana sta facendo grandi sforzi per assistere i braccianti che ogni giorno, a decine, si presentano in cerca di ristoro presso il centro di accoglienza sito in Piazzale San Rocco. «Noi possiamo fornire i beni di prima necessità, come acqua e cibo, a chi fa richiesta, tra le cento e le centocinquanta persone al giorno. Con la ASL stiamo provando a portare un’unità mobile vicino l’accampamento». Anche la cittadinanza sta dando il proprio contributo per far fronte all’emergenza e aiutare i braccianti, nonostante qualche tensione a causa dei bivacchi creatisi proprio a Piazza San Rocco e le scene di degrado viste nei pressi della Lidl e dei bagni della villa comunale. «Tanta gente ci sta aiutando rispondendo ai nostri appelli, portandoci acqua, cibo, coperte. I volontari stanno aumentando e ci sono state delle donazioni».
LA DENUNCIA: PREFETTURA E CONTROLLI SULLE AZIENDE ASSENTI
Ma la Caritas non può fare fronte all’emergenza da sola. Secondo don Pasquale serve anche un intervento deciso delle Istituzioni, che ad oggi hanno fatto poco se non niente. «I braccianti hanno bisogno anche di un luogo dove poter vivere in sicurezza e servizi essenziali come un bagno e l’acqua. In altre zone della Puglia questi servizi gli sono sempre stati garantiti. Se qui non li trovano è perchè le Istituzioni non sono preparate a gestire lo spostamento e l’accoglienza dei lavoratori stagionali». «Negli ultimi anni -spiega il Delegato Caritas – abbiamo cercato di coinvolgere preventivamente l’Amministrazione comunale e la Prefettura chiedendo di intervenire prima che, tra luglio e novembre, la situazione diventasse ingestibile. Il Comune ha avuto un atteggiamento collaborativo e ha cercato di trovare una soluzione, senza però organizzare un intervento preventivo. Dalla Prefettura, invece, nonostante i ripetuti solleciti, non abbiamo mai avuto alcuna risposta».
Assenti ingiustificati sono anche gli enti che dovrebbero effettuare i controlli nelle aziende: «Dietro a questa emergenza si cela lo sfruttamento lavorativo – denuncia don Pasquale -. Molti degli stagionali sono irregolari mentre altri, che invece sono regolari, dovrebbero avere vitto e alloggio garantito, che non ci sono. Questo vuol dire che non vengono fatte le necessarie verifiche nelle aziende dove vengono impiegati». Domani mattina si terrà una riunione tra Caritas e Amministrazione comunale, dove quest’ultima illustrerà le misure che verranno intraprese per far fronte all’emergenza. La Caritas chiede che vengano messi dei bagni chimici, effettuate pulizie straordinarie dei luoghi in cui si staziona e che venga istituito un presidio fisso di vigili urbani, che aiutino i volontari a regolare l’accesso al centro Caritas durante la distribuzione dei pasti.
Possibile che a nessuno venga in mente una semplice soluzione?
Una bella Ruspa e il problema viene subito risolto.
Sono sicuro che il giorno dopo spariscono da Cerignola!
Anni 90 stesso problema, risolto in poche ore dai cerignolani!
Altri tempi e altri uomini!
Io faccio quella strada da anni ci sono sempre stati da oltre 20 anni ora si ricordano che li ci sono persone e poi e via pavoni no contrada Santo Stefano