Nell’ambito del cartellone estivo “Cerignola Pop” – finanziato dall’Amministrazione Comunale di Cerignola – la Cooperativa Sociale “Pietra di Scarto” presenta “Io sono Franco. Storia di Franco Marcone, un uomo normale”, uno spettacolo diretto e interpretato da Franco Ferrante, con la drammaturgia di Lidia Bucci, i costumi di Francesco Ceo e la produzione esecutiva della Cooperativa stessa. Lo spettacolo è realizzato con il contributo volontario alla produzione della Banca di Credito Cooperativo di Canosa Loconia, al supporto tecnico della Città di Modugno, al patrocinio gratuito di Libera. Associazioni, Nomi e Numeri contro le mafie, Presidio di Foggia. L’appuntamento è per il prossimo 13 settembre presso Palazzo Fornari a Cerignola a partire dalle ore 20.30. L’ingresso è gratuito. La tappa di Cerignola è la seconda dopo il debutto sold out a Foggia, in occasione del quale lo spettacolo ha ricevuto fragorosi apprezzamenti da parte del pubblico emotivamente e piacevolmente colpito dall’ultimo lavoro teatrale di Franco Ferrante. La scelta di dare avvio alla tournée a partire da Foggia e Cerignola è stata fortemente voluta dagli autori e condivisa dai parenti di Francesco Marcone, in quanto le due città sono state fulcro della vita personale e professionale di Franco Marcone.
Il progetto artistico in merito ad uno spettacolo teatrale su Franco Marcone arriva in coda a quasi trent’anni di accadimenti, vicende ed iniziative promosse da parenti e amici di Franco Marcone, per tenerne viva la memoria con rispetto e dignità e prende avvio nel 2023 dalla volontà di Franco Ferrante e di Lidia Bucci di raccontare la storia di un uomo, Francesco Marcone (Franco per familiari e amici), che prima ancora di essere vittima di mafia è figlio, padre e marito. Un uomo normale e per questo capace come molti, come tutti, di vivere l’ordinario in maniera straordinaria, facendo con dovizia e responsabilità il proprio dovere. La volontà di Ferrante e Bucci ha fortunatamente – ma non a caso – incontrato l’entusiasmo e la condivisione emotiva e progettuale di Daniela e Paolo, figli di Francesco Marcone. Il primo terreno comune di incontro è stato costituito dagli spunti emersi dal libro di Maria Marcone, scrittrice pugliese e sorella di Franco, dal titolo “Storia di Franco”, riedito dalla casa editrice La Meridiana, la cui direttrice Elvira Zaccagnino ha personalmente messo in contatto gli autori dello spettacolo con i figli di Marcone. In questo percorso generativo e inclusivo, nelle battute successive, al team si è unita la Cooperativa Pietra di Scarto, che gestisce un bene confiscato alla mafia intitolato proprio a Francesco Marcone, con l’intento di accompagnare lo spettacolo, in fase di realizzazione, curandone la produzione esecutiva. Da questo intreccio di incontri e di storie, emerge la narrazione portante, quella di un uomo, Franco, che ha nel nome un destino: l’onestà. Franco ha il ‘vizio’ di riparare le cose, di farle funzionare. È un uomo normale e di normale ha la vita, la famiglia, il lavoro. Fino a quell’ultimo giorno di marzo, quando, costretto a lasciare tutto, alla debita distanza, rileggerà sotto una nuova luce la sua città, i suoi amici, la sua infanzia, i suoi ragazzi, sua moglie, sua madre, suo padre, soprattutto. Guardandoli si renderà conto che non cambierebbe nulla di quello che ha fatto, rifarebbe tutto proprio così.
«È questa normalità che ci piace, che ci ha colpito e che abbiamo voluto raccontare. Perché la normalità è alla portata di tutti, perché è replicabile, è condivisibile, si può tramettere, si può insegnare, è accessibile e per contro, rende straordinario l’ordinario» commentano l’attore e regista Franco Ferrante e l’autrice del monologo, Lidia Bucci. L’intento dello spettacolo è quello di ricercare nelle parole e nei ricordi di chi ha conosciuto e amato Franco i limiti e i dissidi che lo hanno reso imperfetto e perciò autentico, originale come ciascuno di noi può essere ed è. La storia di un uomo normale diventa più forte della vicenda che lo ha reso noto, in quanto umano, vivo e vivente, tanto nel ricordo dei suoi figli Paolo e Daniela, quanto in chi lo conoscerà e lo scoprirà attraverso il racconto drammaturgico e l’azione scenica al fine di svelare il bene occultato dal male. Francesco Marcone, nato a Foggia nel 1937, era un alto funzionario del Ministero delle Finanze, dirigeva l’Ufficio del Registro di Foggia. Venne ucciso, nel portone della sua abitazione, il 31 marzo del 1995, dopo aver effettuato una serie di segnalazioni e denunce attinenti al suo ruolo, l’ultima delle quali inviata alla Procura della Repubblica di Foggia nove giorni prima di essere ucciso. Oggi conosciamo solo una parte della verità giudiziaria sull’omicidio. Francesco Marcone è stato riconosciuto “Vittima del Dovere” ma il suo status è stato anche equiparato a quello di Vittima innocente di criminalità organizzata di stampo mafioso.
Le storie delle vittime di mafia non raccontano di eroi o eroine. Sono storie di persone che vivono in maniera ordinaria secondo un’etica e una giustizia che appaiono straordinarie e lo fanno pur avendo la consapevolezza di andare controcorrente. Non per distinguersi ma perché credono fermamente, con onestà e genuinità, alla normalità del bene. Il prossimo anno saranno trascorsi trent’anni dall’omicidio di Franco Marcone e questo spettacolo segna una traccia che riporta alla memoria di una comunità la vitalità della sua storia. Una storia che non è ancora finita e che per questo merita di essere raccontata.