La ricostruzione delle vicende storiche di Cerignola seguendo un sentiero inesplorato, sollecitata da una nuova “domanda di storia” che via via si accresce sulle piattaforme social e che è alla ricerca di un punto di vista altro. È il motore che ha portato alla stesura de «L’altra Cerignola», l’ultima fatica del professor Domenico Carbone, noto storico locale che l’ha presentata nella recente Fiera del Libro di Cerignola, dialogando con il professor Antonio Galli, anch’egli importante storico della città, e il presidente dell’Associazione “Il Titolo”, Gabriele Romagnuolo. «La tradizionale narrazione degli eventi in senso cronologico, meccanico, disciplinare non esaurisce l’interesse degli appassionati alle vicende del passato. In sostanza, la storiografia ha cambiato registro, invertendo il suo orientamento», spiega il professore, aggiungendo che «la ricostruzione verticale, soggettiva, personalistica è stata sostituita dalla direzione orizzontale, oggettivamente storica, nel senso che è quest’ultima condizione che crea i personaggi, gli attori della storia, e non il contrario».
Non più i re, le regine, gli imperatori, i cardinali o i marchesi al centro della storia, ma la storia dell’umanità nella varietà delle sue espressioni, individuali o collettive, in ragione del condizionamento dell’ambiente e del tempo in cui essa si manifesta, e soprattutto nella complessità delle sue strutture e aggregazioni. Un percorso di ricostruzione che assume un nuovo punto di vista riguardante, quindi, anche le strutture: «La validità in termini storici di una struttura prescinde anche dalla sua entità fisica. Essa continua a vivere anche se il tempo o l’incuria degli uomini la distruggono, perché, intanto, si è cristallizzata. I fabbricati, i palazzi, le piazze, come le istituzioni, le consuetudini, le tradizioni sono, ad esempio, strutture materiali e immateriali di particolare rilievo di una comunità», sottolinea Carbone. Nel caso di Cerignola, la storia della comunità non può prescindere da quella feudale, presente per oltre cinque secoli nel suo territorio, così come da quella religiosa, con riferimento alla Chiesa locale retta in speciale giurisdizione dall’Arcipretura Nullius Dioecesis, direttamente soggetta alla Santa Sede fino al 1819.
«Nel corso della sua lunga esistenza, Cerignola ha attraversato periodi di oblio ma anche di splendore che non possono essere superficialmente archiviati o consegnati ai soli appassionati lettori e studiosi di storia locale», tiene a precisare l’autore, che conclude illustrando il fine nobile della sua opera: «Cerignola è bersaglio di superficiali giudizi di cronaca, che costituiscono motivo di continuo e negativo contrassegno sociale. Ma la storia insegna che il presente è solo un passaggio verso il futuro, e non sempre è il portato del passato. Questo scritto vuole essere, pertanto, una spiegazione e una risposta storica al tempo presente che alimenta, sì, il corso della storia, ma non la determina perché coeva agli eventi, che hanno bisogno di ben altro tempo per essere considerati storici. Ed è proprio a questo riguardo che è bene rivisitare le vicende dell’intera storia della città, per ritrovarvi i segni tuttora visibili di un’altra Cerignola».