Una tradizione tutta cerignolana quella della festa della “Bambinella” (Bambnell in dialetto, ndr) momento nel quale secondo festività cristiana vi è la Presentazione della Beata Vergine Maria. Una festività sentita a Cerignola, alimentata anche da modi di dire e detti antichi; uno di questi recita, “chi Nat’l vol durè, dalla Bambnell o’ccumnzè”.
Inizia tutto di qui, dal 21 di novembre, che apre di fatto alle festività natalizie. E si da il “la” con il tradizionale e conviviale rito gastronomico dei “Coc’l frett”, pezzi di pasta lievitata fritti in olio bollente; si preparano sia vuoti, accompagnati magari dal “sartascinello” (sughetto di pomodorini saltati in padella), che farciti in diversi modi, tipo panzerotti. Un rituale, quello della “bambinella” che differenzia Cerignola e la rende in zona l’unica città nella quale è viva questa tradizione. Stessa specificità a Cerignola il 2 novembre, quando i bimbi ricevono la tradizionale “calza dei morti”: anche quest’usanza è tipica della città ofantina e di pochi altri centri del foggiano (nel resto d’Italia la calza è quella della Befana, ndr).
Salve Sigg.ri Cerignolani, bella usanza, troppo buoni i vostri kukl frett, una vera squisitezza. Anche a Torremaggiore li fanno, li sono chiamati i “sfritt”, per il 2 Novembre l’usanza della calza dei morti é greca, esiste anche in qualche paese della Sicilia orientale ed in alcuni
paesi della Calabria grecanica.
Precisazione: la tradizione della calza dei morti non è solo cerignolana. Esiste in un po’ tutta la provincia di Foggia. Amici foggiani confermano, ma bastava semplicemente cercare su Google…