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    L’IISS Pavoncelli ricorda il XVII Anniversario delle stragi di Capaci e via D’Amelio

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    Gli studenti del Pavoncelli, nell’ambito del progetto “Follow the money”, indetto dalla Fondazione Falcone e il MIUR, hanno voluto ricordare il 23 maggio i giudici Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Paolo Borsellino e gli agenti delle loro scorte in ricorrenza del XXV anniversario delle stragi di Capaci e Via D’Amelio. All’evento hanno partecipato rappresentanti dell’Arma dei Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia di Stato. Presente Don Fabio Dalessandro, responsabile dell’Ufficio diocesano di pastorale giovanile, che ha voluto riportare le parole del vescovo, Don Luigi Renna, con l’augurio “perché la comunità scolastica divenga sempre più fucina di coscienze limpide, rette e lungimiranti”.

    Follow the money, come diceva il giudice Falcone, per combattere la criminalità organizzata e il riciclaggio di danaro, ovvero quell’insieme di operazioni mirate a dare una parvenza lecita a capitali la cui provenienza è in realtà illecita, rendendone così legale l’utilizzo e il reinvestimento e più difficile o impossibile l’identificazione e il successivo eventuale recupero. Gli studenti hanno partecipato al dibattito con quesiti e osservazioni, frutto della lettura-studio dei testi “La Convenzione di Palermo. Il sogno di Falcone: l’alleanza degli Stati contro la criminalità organizzata transnazionale”, curato dalla Fondazione Falcone, e “Mafia globale”, a cura del prof. Nando dalla Chiesa, utili per comprendere la diffusione di un fenomeno criminale in continua espansione. Il maresciallo Francesco Scarcelli della Compagnia Carabinieri di Cerignola e il luogotenente Gerardo Perchinunno della Guardia di Finanza di Cerignola hanno risposto ai quesiti posti dagli studenti, rimarcando il ruolo dello Stato nella difficile lotta alla illegalità. Tutelare il sistema economico significa, in primo luogo, impedire il reinvestimento nel processo produttivo delle ingenti somme di capitali “sporchi” prodotti dalla criminalità organizzata, intercettandoli nel momento del loro contatto con il sistema bancario e finanziario. Grave conseguenza è che oggi la criminalità dei colletti bianchi provoca un numero di danni molto più elevato rispetto alla criminalità predatoria da strada, poiché si infiltra nelle istituzioni dello Stato, si sostituisce alla politica e una politica corrotta produce un numero di vittime più elevato di qualunque delinquente da strada e fa danni ben più gravi.

    La battaglia contro l’illegalità e le organizzazioni criminali deve essere un impegno continuo soprattutto oggi, dice Pio Mirra dirigente del Pavoncelli, in cui la criminalità organizzata è così radicata che, grazie a collusioni e complicità diffuse, pervade la vita dei cittadini. È comune sentire dire fra i ragazzi che in Italia rubano tutti. Non è vero, rubano molti. I ragazzi non devono perdere la speranza di un futuro migliore e, insieme agli adulti, devono ritrovare la verginità dello scandalo per indignarsi, arrabbiarsi e lavorare per la tutela della legalità e della giustizia. E la scuola ha il compito di guidare i giovani nel loro difficile percorso di crescita e formazione personale e soprattutto ha il dovere di tener vivo il ricordo di chi si è immolato per la legalità e per la difesa della giustizia e della libertà. Per tener vivo il ricordo nei giardini dell’istituto gli studenti hanno piantato l’Albero di Falcone, scegliendo un “prunus” che con le sue foglie rosse come il sangue è dedicato ai servitori dello Stato, che si adoperarono per la lotta alle cosche mafiose, sacrificando la propria vita per affermare e tutelare i principi fondamentali della giustizia. L’evento si è concluso ascoltando “il silenzio” e ricordando a voce alta le vittime dello Stato: Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Paolo Borsellino, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro, Vito Schifani, Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Vincenzo Li Muli, Emanuela Loi e Claudio Traina. La targa dedicata a memoria recita ”Gli uomini passano, le idee restano e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini”.

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