Negli ultimi giorni si è assistiti al dito puntato contro la Diocesi di Cerignola-Ascoli Satriano e il Vescovo Luigi Renna, “rei” di aver intrattenuto rapporti istituzionali e negoziali con l’amministrazione Metta, poi colpita dallo scioglimento del Comune per infiltrazioni mafiose. Una compagine politica “chiacchierata” già in tempi non sospetti, ben prima che si decidesse lo scioglimento del Comune. A rispondere a queste accuse è stato il vicario vescovile don Pasquale Cotugno, intervenuto nel corso della conferenza stampa tenutasi questa mattina presso la sala conferenze del Seminario di Cerignola. Se alcuni appartenenti del mondo cattolico, che per un certo periodo hanno militato tra le file dei mettiani, dichiarano di non essersi allora resi conto delle dinamiche messe poi nero su bianco nella relazione prefettizia che motiva lo scioglimento del Comune, la Diocesi respinge accuse di negligenza né tantomeno di collusioni: «Da diversi palchi abbiamo denunciato certe logiche – spiega don Pasquale Cotugno –. Dire che tutta la Chiesa è distratta o in silenzio è scorretto. Io stesso mi sono espresso in prima persona e l’ho fatto in qualità di prete. Come Chiesa dobbiamo per forza interfacciarci con l’amministrazione pubblica poiché non viviamo isolati in una campana di vetro».
A tal proposito, diverse critiche sono state fatte anche riguardo la partecipazione delle parrocchie alle gare bandite dal Comune, ad esempio sui finanziamenti agli oratori. Ma l’agire della Chiesa, ribadisce il vicario, è stato tracciato sempre nel solco della legalità: «Se viene fatto in totale trasparenza un bando pubblico per gli oratori perché avremmo dovuto rinunciare a partecipare e negare questo servizio ai bambini di un intero quartiere? È proprio con gli oratori che mettiamo in campo il contrasto alla criminalità e al disagio sociale». Altro che collusione. La questione è ritornata agli onori della cronaca quando si è diffusa la notizia che si fosse tenuto un incontro segreto tra il MEIC e i Commissari Prefettizi, incontro al quale avrebbero preso parte alcuni ex-amministratori della giunta Metta. Anche in questo caso la Diocesi respinge tutte le accuse: «La riunione non era segreta ed è stata fatta a porte aperte, come quelle del MEIC, associazione culturale pronta ad accogliere chiunque. Non possiamo negare a nessuno di partecipare. Riguardo la presenza di ex-mettiani, io mi auguro che tutti possano dare un contributo alla ricostruzione della città. Credo che una persona possa aver fatto un’esperienza politica, magari commettendo degli errori, ma da cristiano ritengo che si possa prendere una strada diversa anche in questo campo».
L’auspicio di don Pasquale Cotugno è che cambi il modo dell’opinione pubblica di rapportarsi con la Chiesa: «Tutti ci vogliono strumentalizzare. Il vero problema è che quando vengono prese delle iniziative i partiti, parte della stampa e i sindacati le ignorano. Trovo assurdo che si parli di silenzio quando al contrario stiamo cercando di creare dei processi educativi, ma nessuno vuole partecipare. Qualcuno accusa la Chiesa di essere inerte, quando invece siamo gli unici ad occuparci di formazione socio-politica. Penso invece che ci sia solo molta distrazione».