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    Cerignola, rapina alla farmacia Pelagio

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    Ancora una rapina, ancora una farmacia, ancora la stessa procedura d’esecuzione. E’ la denuncia pomeridiana di Gianni Ruocco, il quale in una nota racconta di una rapina del taro pomeriggio di oggi alla Farmacia Pelagio di Cerignola. E l’incipit racchiude tutto lo sconforto per questa situazione.

    «Ormai mi viene da sorridere quando continuo a scrivere queste segnalazioni al mio Ordine Professionale, al Sindacato professionale nella speranza che si faccia carico di intervenire sul Prefetto, sul Questore, sul comandante dei Carabinieri…ma è un riso amaro allorquando devo ancora una volta descrivere le modalità della rapina… – esordisce Ruocco -. Ancora una volta alla chiusura, ore 20,05, ancora una volta solo donne in farmacia, ancora una volta un solo rapinatore armato di taglierino, calmo, professionale invita tutti a non muoversi, si avvicina alla cassa ordina alla dott.ssa Raffaella Pelagio di aprire la cassa, poggia il taglierino sul bancone, arraffa anche i centesimi e si allontana a passo lento lungo via Mestre verso il quartiere san Samuele lasciandosi alle spalle paura e terrore…Si lungo via Mestre dove a 10 metri di distanza dall’ingresso della Farmacia vi è l’ingresso del Commissariato di Pubblica Sicurezza. Per questa vicinanza la dottoressa si sentiva un po’ più sicura ma si sbagliava…è toccata anche a lei ma è toccata ancora una volta a Cerignola tutta, città sempre più simile a Beirut, Bagdad, Tripoli…dove la sola legge è quella della violenza e della sopraffazione».

    La rabbia mista allo sconforto per una situazione ormai insostenibile, traspare dalle parole di Gianni Ruocco, che trascrive un pensiero ormai diffuso, non solo tra i farmacisti. E’ di pochi giorni fa la notizia di una rapina a un Caseificio. Basta scorrere nella cronaca per ritrovare un paio di rapine a settimana, quasi tutte a farmacie. Gli imprenditori e i commercianti locali si sentono sempre più soli, e le parole di Ruocco lo testimoniano.

    9 COMMENTS

    1. Le forze dell’ordine sono impegnate in altro i vigili non ne parliamo. Siamo ridicoli.

    2. Non doveva arrivare l’esercito?Forse il rischio è troppo alto,i militari potrebbero essere sequestrati dai cerignolani per poi richiedere il riscatto…
      Quante parole a vanvera….

    3. Grillo mio, mi sa tanto che il primo ad arrendersi è stato proprio lui, a cosa?
      Ai soliti interessi di partito,facendo calcoli e calcolucci per le prossime elezioni.
      Lasciando il paese in agonia senza una parvenza di governo.IRRESPONSABILE!!!!!

      ps chi ben comincia è a metà dell’opera…..e Grillo ha cominciato alla grande…..
      saluti

    4. Sistematicamente, ogni giorno su queste pagine leggiamo di arresti e denunce fatte dalle Forze dell’Ordine, e più volte mi accorgo che gli individui arrestati sono sempre gli stessi. Allora il problema non è il numero di poliziotti o carabinieri presenti a Cerignola ma il fatto che questi maledetti non si fanno il carcere che dovrebbero. Ma chi ci governa a livello nazionale e locale cosa fà per la sicurezza dei cittadini? Perchè prima di candidarvi non ci dite che proposte avete in materia di sicurezza? Ma tanto a voi pagliacci interessa soltanto andare a Roma per maturare il VITALIZIO, vero?

    5. Lesercito? Ma dove a Cerignola? Proposto da chi? Da quei personaggi che ogni tanto, pur di apparire dicono solo fesserie, fesserie che devono imparare a memoria, si a memoria perchè non sanno nemmeno parlare.
      Immaginate se devono fare veramente qualcosa per questa povera cerignola.
      In consiglio c’è gente ignorante, ma nel vero senso della parola.
      Con la differenza, che una volta siedevano su quelle sedie , sì gente ignorante che non aveva nè 1 terza media e nè un diploma, ma FACEVANO I FATTI, ERA GENTE OPEROSA.
      Che tristezza, con sta gentaglia che ha preso tanti voti, senza che capiscano un bel niente.
      Ecco perchè è importantissimo prima di regalare il voto, ne vanno di mezzo i nostri poveri figli.

    6. Mazz e Panèl fann i feghiò bèll.

      Chi stì Pulètc, non s vè na nisciùna vànn.

      W la demograzè.

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