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    “Storie da tè”, serata nel segno del crime con Romano De Marco

    Lo scrittore abruzzese (già ospite della rassegna) ha presentato il suo ultimo romanzo, ambientato in una cupa Milano

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    Si è rivolto agli appassionati del genere crime il primo appuntamento del 2020 delle “Storie da tè”, il ciclo di incontri letterari ospitato da “Bramo-Cioccolateria Perrucci” a Cerignola, con la partnership della book-blogger Sara Giorgione e della libreria “L’albero dei fichi”. Ospite della location di via Don Minzoni è stato Romano De Marco, un volto non nuovo per i fedelissimi della kermesse perché già protagonista di uno degli incontri della passata edizione. Dopo «Se la notte ti cerca» (Piemme, 2018), nella serata di domenica 26 gennaio è stata la volta di «Nero a Milano» (Piemme, 2019), un nuovo romanzo che va ad inserirsi nello stesso filone. L’improvvisa scomparsa di un ragazzo della cosiddetta Milano bene, una strage familiare in un quartiere di periferia e l’aspetto più oscuro ed inquietante di una grande metropoli sono i tre elementi cardine del libro. Co-protagonisti della vicenda sono il commissario di Polizia Luca Betti e il detective privato Marco Tanzi, amici, entrambi con un vissuto particolare che grava sulle loro spalle, chiamati ad investigare su due casi differenti ma le cui strade, alla fine, andranno a congiungersi. «Sono storie che viaggiano parallelamente e che mi danno l’opportunità di parlare di vari temi», è quanto afferma Romano De Marco a lanotiziaweb.it.

    «La vicenda del ragazzo dell’alta società milanese che scappa di casa per andare a vivere fra i clochard (Davide Prandi, ndr) mi dà l’input per affrontare il problema dei senzatetto a Milano ed anche quello della disabilità psicologica. Questo ragazzo soffre di una sindrome, un disagio emotivo-comportamentale – specifica l’autore – che lo rende incapace di trasmettere le proprie emozioni. Si sente solo, non riesce a socializzare e quindi fugge dalla normalità. L’altra storia mi consente di parlare, invece, di un tema molto complesso, quello della pedofilia. Cerco di farlo con un’ottica diversa. La prima storia si ambienta nella Milano bene, quella ricca, l’altra nella periferia, a Quarto Oggiaro». Nella prima storia è Marco Tanzi, investigatore privato affermato, a dover rintracciare il diciottenne fuggito di casa. E quando uno spietato killer inizia a far strage di senzatetto a colpi di rasoio, le indagini assumono i connotati di una drammatica corsa contro il tempo. Il commissario Luca Betti deve, invece, far luce su una strage familiare avvenuta nella Milano di periferia, partendo dal ritrovamento di due corpi carbonizzati all’interno di una villetta abbandonata.

    Sono molteplici gli elementi racchiusi in questo ultimo romanzo di De Marco, tanti da ricondurlo al cosiddetto genere del crime: «Come dice un grande scrittore italiano come Massimo Carlotto, è più giusto parlare di crime, un genere che ne abbraccia anche altri come giallo e noir – sostiene –. Nel mio romanzo c’è un po’ di giallo, un po’ di thriller, un po’ di noir. È come un’insalata ben condita che qui in Italia siamo soliti fare. È una storia forte dove però c’è anche una solida trama gialla, con un mistero da svelare, una sorpresa finale, dove ci sono tensione e violenza». Infine, il focus si sposta su quella che è una delle grandi protagoniste presenti sullo sfondo, la città di Milano: «Milano è, secondo me, una città perfetta per questo tipo di romanzi. D’altronde il noir in Italia è nato proprio lì con autori come Scerbanenco e Olivieri e anche cinematograficamente con i film di Fernando Di Leo. C’è la solitudine, come nel caso di Davide Prandi. Però Milano è anche l’unica realtà italiana capace di rendere quasi sostenibile un problema come quello dei clochard. Infatti, nel libro rendo omaggio alle tante associazioni e tante strutture che se ne fanno carico». Gli appuntamenti con le “Storie da tè” non terminano qui. Il prossimo è in programma per il 23 febbraio, quando Andrea Martina presenterà il suo «La terza stagione».

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