Uno degli indici del condizionamento della criminalità organizzata rispetto al Comune di Cerignola riportati nelle trentuno pagine di relazione prefettizia è «il disordine amministrativo che [la Commissione] ha riscontrato nell’attività di riscossione dei canoni di locazione degli alloggi di edilizia popolare». Si legge infatti che «molti alloggi risultano occupati anche da appartenenti a compagini mafiose, in assenza di regolare versamento dei canoni dovuti e, nella gran parte dei casi, in assenza di alcun valido titolo». La Commissione stigmatizza quindi l’operato nel merito dell’Amministrazione che manifesta «l’incapacità di porre in essere una qualsivoglia efficace attività di recupero dell’evasione e di regolarizzazione delle posizioni illegittime, a tutela dell’interesse pubblico e dei diritti dei legittimi aspiranti all’assegnazione di alloggi di edilizia residenziale pubblica».
La questione case popolari era nel sentire comune uno di quei “segreti di Pulcinella” di cui si discuteva pure in tempi non sospetti e, anche in questa occasione, le voci sembrano trovare conferma nella relazione. Chi frequenta quegli ambienti, in particolar modo i rioni Torricelli e San Samuele, denuncia come l’occupazione degli alloggi da parte di soggetti malavitosi non sia solo che uno dei sintomi che si manifestano in un contesto pregno di illegalità. Capita così ad esempio che titolari di alloggi pubblici, non per forza vicini alle compagini mafiose, risiedano altrove, in un domicilio intestato ad altre persone, e che gli stessi procedano ad opere di ristrutturazione degli alloggi popolari per poi rivenderle a nuovo acquirente. Questa sorta di business immobiliare occulto è reso possibile dal degrado sociale e forte isolamento dal resto della città che vivono certi quartieri. Un fenomeno complesso che è allo stesso tempo causa ed effetto dell’inerzia amministrativa di cui si scrive nella relazione.
Lo stesso ex-sindaco Franco Metta, nel corso del suo comizio congedo del 13 ottobre, aveva parlato delle occupazioni e della mancata riscossione dei canoni ponendo il problema in termini completamente diversi: «Mi contestano che non abbiamo riscosso i canoni di locazione delle case popolari occupate – disse in quell’occasione -. Ma cosa posso mai pretendere da gente che non può permettersi il piatto in tavola?». Ma non finisce qui, perché la Commissione ha inoltre segnalato «l’inerzia dell’attuale amministrazione comunale di Cerignola in merito alla riscossione di imposte e tasse, che si risolve in una ingiustificata agevolazione di soggetti legati alla criminalità organizzata», un favor che si estende in alcuni casi anche ai congiunti. Ancora una volta si registra che non risulta una conseguente reale attività recuperatoria da parte dell’Amministrazione comunale». La Commissione evidenzia poi come «nella maggior parte dei casi, il mancato pagamento dei tributi da parte dei pregiudicati inizia dall’annualità 2015, in coincidenza con l’inizio della consiliatura». Di fatto un ulteriore tassello – quello dei canoni – a completamento di una relazione che indaga pressoché tutti i settori amministrativi.