«La precarietà che si è determinata in questi anni, è inaccettabile. La cosa grave è che i Governi sia di destra che di sinistra hanno fatto leggi che hanno aumentato la precarietà del lavoro». A dirlo è stato il segretario generale della CGIL Maurizio Landini, in visita a Cerignola nella giornata di ieri per la commemorazione dei 65 anni dalla morte di Giuseppe Di Vittorio. Dopo gli eventi della mattinata, la visita a Masseria Cirillo, al murale e al Liceo Artistico, Landini nel pomeriggio ha fatto visita alla Camera del Lavoro, proprio a poche ore da un episodio di vandalizzazione della stessa, e ha poi partecipato ad un incontro tenutosi presso il Teatro Mercadante. Per il numero uno della CGIL «bisogna cambiare le leggi sbagliate e bisogna fare in modo che i giovani non se ne vadano dal nostro Paese per potersi realizzare, ma che utilizzino la loro intelligenza per fare crescere l’Italia». Nel ricordare il rappresentante dei “cafoni” di Cerignola, Landini ha sottolineato come «Di Vittorio ci ha insegnato non solo a tutelare la condizione di chi lavora che deve poter vivere dignitosamente, ma a collegare sempre la dignità del lavoro con la crescita del Paese, indicando che senza diritti e senza dignità del lavoro non ci può essere la crescita del Paese. Questo non dimenticandosi mai di difendere gli interessi di quelli che lui chiamava i miei fratelli lavoratori».
Durante la visita presso la Camera del Lavoro ‘Giuseppe Di Vittorio’, il segretario ha colto l’occasione per ricordare i numeri del sindacato. «Come CGIL abbiamo più di 5 milioni di iscritti, dei quali solo il 17% ha meno di 35 anni. Ecco perché le Camere del Lavoro vanno aperte, per far entrare i giovani e diffondere la cultura dei diritti» ha sottolineato. Presso il Teatro Mercadante invece il dibattito si è concentrato sui temi. Presenti, tra gli altri, il presidente del Consiglio regionale della Puglia, Loredana Capone, che non ha fatto mancare il proprio saluto, Stella Laforgia, docente di Diritto del Lavoro, Pino Gesmundo, segretario generale Cgil Puglia, Fulvio Fammoni, presidente della Fondazione Di Vittorio, Ivan Pedretti, segretario generale Spi Cgil, Francesca Stella, studentessa, coordinatrice Link Foggia.
Ad introdurre il Sindaco di Cerignola Francesco Bonito. «Di Vittorio – ha detto il Primo cittadino – è il personaggio più illustre della mia città e l’attenzione verso di lui, a 65 anni dalla sua morte, mi onora. L’attenzione al lavoro, che per questioni professionali ho più volte lungo la mia carriera affrontato, necessita di una nuova riaffermazione dei diritti. Anche perché credo personalmente che mai come nel nostro tempo il lavoro sta subendo e subirà una vera e propria rivoluzione copernicana». Sulla stessa linea d’onda il segretario provinciale Maurizio Carmeno: «necessario rimettere al centro dell’agenda politica il lavoro. Penso al Jobs Act, alle modifiche all’articolo 18. Bisogna ridurre la precarietà». «Di Vittorio rimane per la Cgil il faro dell’agire sindacale – ha rimarcato Pino Gesmundo -. La giustizia sociale, la democrazia, il valore dei diritti sono stati gli impegni anche oggi attuali. La commemorazione non sarà mai un atto retorico. Non lo sarà in un anno particolare come questo, attraversato da crisi economica e guerra».
Il Sig. Landini é segretario d’un Sindacato ai nostri giorni, tutto piuttosto facile, operai rabboniti, imborghesizzati, nel sistema, soprattutto non lottano ed accettano tutto passivamente. All’epoca di Giuseppe Di Vittorio era tutt’altra musica, un operaio e la sua famiglia mai e poi avrebbero potuto solo entrare nella case dei padroni o frequentare gli stessi ambienti. Oggi i padroni borghesi si fanno passare per “proletari” per prendere per i fondelli la classe operaia, basta vedere la TV e tutte le scemenze dei mass-media. La lotta di classe non esiste più, hanno vinto per sempre i padroni.