Cerignola investita dalla bufera SIA, con i dipendenti sballottati dal vento del fallimento: si apre così l’estate di trecento famiglie, quelle famiglie che avevano creduto al salvataggio possibile e che oggi convivono col fallimento certo. Un terremoto che non ha risparmiato la politica, anzi ne ha svelato il moto perpetuo di promesse e rassicurazioni che oggi ne certificano l’assoluta incapacità. Il carrozzone SIA, fiore all’occhiello per alcuni, ammortizzatore sociale per altri, muore lentamente mentre una equipe di nove Sindaci non riesce neppure a tentarne la rianimazione. Volano cicorie, insulti e invettive verso Metta, ma anche verso gli altri Sindaci. «Questa o quella» amministrazione «per me pari sono» reciterebbe l’edizione rivista del Rigoletto, interpretata dalle maestranze SIA. E intanto dal palco Franco Metta distrae l’uditorio: «mi ricandido». La città non si lascia distrarre e non commenta; politica e “haters” da tastiera si. Dal toto poltrone al veleno a prescindere. Il quadro che ne risulta è una città più povera: meno lavoro, meno confronto, meno prospettiva. La giusta carica batterica per inibire ogni crescita. Come volevasi dimostrare.