Questa mattina è stata arrestata per borseggio dagli agenti di polizia di Cerignola una donna, di nazionalità rumena, colta in flagranza di reato nell’area mercatale. La signora, quarant’anni circa, è stata colta sul fatto da agenti in borghese su segnalazione di alcuni ambulanti: i poliziotti, dopo aver notato la sottrazione di un portafogli, sono intervenuti per fermare la donna, non prima di un tentativo di fuga della stessa con l’abbandono della refurtiva. Bloccata, l’autrice del furto è stata portata in commissariato per le formalità di rito. Negli ultimi giorni si sta assistendo ad eventi criminosi ad opera di cittadini dell’Est Europa. Infatti è di ieri la notizia di una rapina ai danni di un supermercato in via Melfi, finita con l’arresto di due rumeni, visibilmente ebbri, immobilizzati dalla vigilanza di turno, e trasportati in commissariato da una pattuglia giunta prontamente sul posto.
L’ANALISI Ovviamente non si vuole generalizzare e puntare il dito in maniera inquisitoria sui rumeni o sugli stranieri in generale, fatto sta che oltre alle azioni locali, sempre maggiori e sempre più a opera di piccoli criminali, vi è da far fronte anche a quelle perpetrate dagli stranieri. Il fenomeno del borseggio poi, sempre in auge soprattutto in occasione dei mercati settimanali, è da monitorare costantemente e a tutti i livelli: già il mese scorso diversi episodi del genere sono accaduti a Cerignola, ma anche le realtà limitrofe non sono da meno, come nel caso di Manfredonia. Nel centro sipontino, poche settimane fa, e ad aprile, sono finite in manette (con la consegna del foglio di via) complessivamente sette donne; il più delle volte si tratta di esperte, vere e proprie pendolari, che giungono dai paesi dei dintorni per prendere di mira soprattutto anziane o casalinghe.
LA SITUAZIONE OGGI E’ altrettanto vero che storicamente, nei momenti di crisi, i piccoli reati aumentano a dismisura; evidentemente è necessaria una riformulazione delle regole, o forse il semplice rispetto di quelle già in vigore, per risollevare socialmente e culturalmente il paese. Il nodo cruciale, però, non è neanche quello. Manca da tempo il lavoro per i giovani cerignolani (come i giovani italiani in genere), e oggi manca sempre più lavoro per tutti. C’è crisi in settori cardine come l’agricoltura, che fino a un po’ di tempo fa aveva dato lavoro ai tanti stranieri (magari in nero e sottopagando la quota giornaliera), e che oggi non riesce a garantire lavoro neanche più a loro. Un’opera di attenta sorveglianza e prevenzione, unitamente a una manovra governativa seria e specifica, di recupero e integrazione socio-culturale di ampio respiro, potrebbe maggiormente debellare questo fenomeno, e creare finalmente una società da multiculturale a interculturale, che oggi purtroppo vediamo solo utopisticamente realizzabile.
Emanuele Parlati/Vito Balzano
Se il mio nik fosse ancora in vita sarebbe stato educativo e sicuramente d’esempio, senza scomodare la religione islamica, con la legge del taglione. La nostra società ha bisogno di recuperare credibilità e dignità. Troppo lassismo, permessivismo, perorato da sistemi di vita che non ci appartengono:carità cristiana e progressismo!. Nessuna delle due formule calza a pieno nelle nostre coscienze, ma molto spesso ci allineiamo giusto per dimostrare che siamo integrati. La criminalità micro o macro rappresenta un punto dolente o di debolezza della nostra società, la colpa cerchiamo di addebitarla al sistema, alla classe dirigente, alle istituzioni, alla chiesa, alla famiglia, alla scuola, alla televisione, alla gente. Non sono d’accordo! In primis le colpe stanno nella nostra testa, nel modo in cui applichiamo l’educazione ricevuta, rispettiamo i valori dei nostri simili, rivolgiamo rispetto a tutti coloro che ci circondano. La famiglia è il contesto principe della nostra formazione, abbiamo “provocato” la caduta di tutte le tradizioni, oggi ne paghiamo le conseguenze. Un giusto freno è quello di cominciare a rispettare il padre e la madre; il resto verrà in modo naturale.