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    Covid, raddoppiano i casi in Puglia: è assalto ai Pronto Soccorso

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    La sensazione di un balzo indietro nel tempo, di un ritorno al passato, ai periodi più critici della pandemia, alimentata da sempre più casi di amici, conoscenti, colleghi di lavoro che ogni giorno si ammalano. E che in Puglia la situazione, al di là delle sensazioni personali e del sentito dire, non sia da sottovalutare, lo certificano i dati diffusi ieri dal ministero della Salute e dall’Istituto superiore di sanità. La quinta ondata ha rotto gli argini. L’incidenza dei contagi è raddoppiata nel giro di due settimane e, equazione ormai nota, all’aumento dei positivi segue la crescita dei ricoveri, nei reparti ordinari e ora pure nelle terapie intensive. Così, anche i Pronto soccorso tornano in affanno: le difficoltà maggiori si segnalano a Lecce (la provincia che da tre settimane conta il record di positivi in Italia), ma disagi sempre più frequenti si registrano anche a Taranto, a Bari e negli altri capoluoghi. La nuova ondata riversa sempre più pazienti nei presidi di primo intervento. E c’è un altro problema, anche questo sperimentato nei periodi più critici, che si ripresenta e inceppa la macchina dei soccorsi. L’assessore regionale alla Salute Rocco Palese lancia l’allarme: «Sono sempre di più i medici, infermieri e operatori contagiati dal Covid e questo complica le cose. All’ospedale Vito Fazzi di Lecce, in particolare, in molti sono costretti a casa perché positivi. Causa virus tornano a saltare anche gli eventi. Come la cerimonia di apertura dell’anno giudiziario del Tar Puglia, prevista per il 28 marzo e rinviata all’8 aprile «per impreviste sopravvenute criticità connesse alla recrudescenza dell’emergenza sanitaria.

    BOOM DI CASI Ministero della Salute e Iss hanno rilevato che nella settimana dal 18 al 24 marzo l’incidenza dei casi Covid in Puglia ogni 100mila abitanti è salita a 1.352 rispetto ai 694 di due settimane fa (periodo 4-10 marzo). Rispetto alla settimana precedente, invece, l’incidenza è passata da 1.060 a 1.352. Solo in Umbria l’incremento è stato maggiore (1.548 contagi ogni 100 mila residenti). I contagi sono in crescita per la terza settimana consecutiva in provincia di Bari. Il monitoraggio dal 14 al 20 marzo ha registrato un incremento del tasso d’incidenza sino a 1.187 casi per 100mila abitanti, con un aumento del 68% rispetto al periodo precedente. A Bari città sono stati 3.787 i nuovi contagi registrati contro i 2.233 di sette giorni prima e i 1.533 di due settimane fa. Ieri, in tutta la regione, sono stati registrati 7.842 nuovi contagi su 41.421 test (tasso di positività del 19%). I decessi sono stati 14. Ecco i nuovi casi per provincia: 2.579 Bari, 585 Bat, 674 Brindisi, 954 Foggia, 2.095 Lecce, 877 Taranto. Delle 115.267 persone attualmente positive 611 sono ricoverate in area non critica e 34 in terapia intensiva.

    TERAPIE INTENSIVE Ancor più preoccupante è la risalita, nel giro di quattro giorni, dei numeri dei ricoverati in terapia intensiva. Dal 21 al 24 marzo, ha registrato l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas), il tasso di occupazione è passato dal 5% all’8%. Un punto percentuale in più ogni giorno, mentre la media nazionale è rimasta ferma al 5%. Nei reparti di Medicina Covid (Malalattie infettive e pneumologia), invece, il tasso di occupazione resta al 21%, stabile anche se pur sempre sette punti percentuali sopra la media nazionale pari al 14%.

    PRONTO SOCCORSO L’assalto ai Pronto soccorso pugliesi è confermato dai numeri degli accessi nelle ultime due settimane: una media di circa 2400 pazienti ogni giorno, circa 400 in più rispetto al periodo precedente. L’incremento stato registrato a partire dal 15 marzo scorso, con il picco toccato il 22 marzo con 2.611 pazienti. Il Salento è l’area più in difficoltà, con il «Fazzi» di Lecce che già scontava una grave carenza d’organico. E anche per fare fronte alle aumentate necessità, assessorato e dipartimento Salute hanno autorizzato le Asl ad aumentare le ore di straordinario per il personale. (Marco Seclì)

    L’avvertimento del professor Ciccozzi, «Le mascherine non vanno eliminate»

    «La variante Omicron, specie la sottovariante 2, sta correndo. Bisogna continuare a essere prudenti, usare le mascherine al chiuso e, in caso di assembramenti, anche all’aperto». Un consiglio da non prendere sotto gamba, visto il boom di contagi e in virtù del curriculum dell’autore del suggerimento: Massimo Ciccozzi, tra i massimi esperti di epidemiologia a livello internazionale. Il responsabile dell’Unità statistica medica ed epidemiologica dell’Università Campus Bio-medico di Roma ha fatto il punto sullo stato della pandemia ieri a Bari, nella sede dell’assessorato regionale alla Salute. Ciccozzi si è confrontato con l’assessore Rocco Palese e con la consigliera regionale Lucia Parchitelli, componente della III Commissione sanità, che ha promosso l’incontro. «Capisco che dopo oltre due anni la gente sia stanca e che si tenda a un rilassamento – ha ammesso il professore – ma l’elevato numero di nuovi positivi dimostra l’estrema contagiosità della Omicron2, cui sono attribuiti ormai il 34 per cento dei casi a livello mondiale. E’ quanto mai opportuno tenere alta la guardia». Ciccozzi ha confermato che Omicron 2 può causare la morte in percentuale di gran lunga inferiore rispetto a precedenti e più patogene varianti, come Alfa e Delta, «perché più raramente attacca i polmoni». Anche se il numero dei decessi resta elevato. «Ho sempre sostenuto – ha osservato l’esperto – che sarebbe opportuno fare un tampone all’ingresso del paziente in terapia intensiva per poi verificare, in caso di decesso, di quale variante si tratta. Perché nonostante la grande prevalenza di Omicron, non è detto che le forme più aggressive siano scomparse». L’assessore Palese ha rinnovato l’invito alla vaccinazione e a completarne il ciclo con i richiami, concordando con Ciccozzi sulla necessità di non sottovalutare la situazione e di mantenere comportamenti prudenti. Perché vero che lo stato di emergenza terminerà tra pochi giorni, a fine mese, ma, ha sottolineato con una battuta, «il virus, purtroppo, non si abolisce per decreto».

    «Le decisioni si prendono in base allo stato dell’epidemia – ha argomentato – e sappiamo che l’Oms ha definito imprudente se non inopportuna la scelta di togliere ogni restrizione, ma questa è la realtà con cui dobbiamo fare i conti organizzandoci al meglio». E la consigliera Lucia Parchitelli, ringraziando Palese e Ciccozzi, ha definito l’incontro molto proficuo proprio in vista della fine dello stato di emergenza. «Sono emersi tanti spunti – ha osservato – anche per il lavoro della III Commissione che oggi ho rappresentato. Un messaggio però è arrivato in modo chiaro: la pandemia non è finita e sta anche a noi, e ai nostri comportamenti, ridurre la forza di questo virus che da ormai due anni ha cambiato le nostre vite, ma che speriamo presto di poter definitivamente sconfiggere».

    La Gazzetta del Mezzogiorno

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