«Oggi la maggioranza ne ha 11, l’opposizione 13. Che si fa? Si va dal notaio?» si chiedeva retoricamente ieri Tommaso Sgarro a poche ore dalla fine del consiglio comunale, che ha certificato l’aumento della TARI ma che ha anche fatto tirare un sospiro di sollievo all’intera maggioranza. A distanza di 24 ore esatte – e dopo che la cosa è stata anche ripresa dal Quotidiano L’Attacco – ritorna sull’argomento anche il Pd, silente dopo il consiglio e giunto a miti consigli dopo la riunione tenutasi nella serata di ieri. Lo fa con un comunicato stampa firmato dalla segretaria, ma probabilmente frutto della discussione tenutasi nella serata di ieri, nella quale si è scelto di seguire la linea tracciata da Sgarro: verificare i numeri e in caso certificare l’assenza di una maggioranza per il governo della città.
«All’inizio del suo mandato, Metta godeva della fiducia di 16 consiglieri – ha detto la dem Ditommaso -, mentre ora ne ha solo undici. Il numero necessario per garantire la tenuta della maggioranza è di tredici consiglieri». L’aritmetica direbbe che Metta non è al sicuro, anche se non si conosce ancora chiaramente nei fatti la posizione dei due nuovi indipendenti e di Forza Italia. «Il consigliere Specchio – aggiunge la segretaria dem – ha dimostrato di essere pronto a fare da stampella a Metta uscendo dall’aula solo quando si è reso conto che il suo voto non sarebbe stato determinante». «Ora che di fatto la maggioranza non esiste più – prosegue -, ritengo necessario che le forze d’opposizione ed i consiglieri di maggioranza che non intendono più seguire le folli scelte di Franco Metta, prendano in mano la situazione e dimostrino alla Città che la politica, se fatta per il bene dei cittadini, è sempre una cosa buona. E l’unica strada percorribile è che i sette consiglieri del centro-sinistra, i tre di centro-destra, la consigliera Teresa Lapiccirella e i due consiglieri di maggioranza che si sono dichiarati indipendenti, Vincenzo Specchio ed Antonio Novelli – conclude Ditommaso -, si presentino dal notaio e firmino per porre fine a questa pessima esperienza amministrativa».