È il 5 dicembre del 1920 quando a Cerignola viene al mondo Domenico Monterisi. Figlio di Salvatore e di Lucia Lobuono, primogenito di sei figli, all’età di 14 anni Domenico lavora come muratore al fianco del padre. Tempo dopo è assunto come dattilografo presso lo studio dell’avvocato Caradonna, sempre nel Comune ofantino. È tuttavia il calcio la sua grande passione e 17enne, nel 1937, fa il suo esordio nel campionato di Serie C con l’allora Polisportiva Audace Cerignola. Si distingue nel ruolo di centravanti, capace di mettere a segno un notevole numero di reti. Nel 1940 parte per svolgere il servizio militare, venendo assegnato ad una caserma in Umbria. Giunto nel centro Italia, finisce per giocare nel Perugia, quell’anno in Prima Divisione (torneo che per la prima metà degli anni ’20 è stato il massimo campionato italiano di calcio, cambiando poi formula più volte nel corso dei decenni successivi, ndr), realizzando anche con la casacca del ‘Grifone’ molti goal.
All’inizio del 1941, con l’Italia da poco entrata nel secondo conflitto mondiale, parte per il fronte greco-albanese. È in quei luoghi che, dopo circa un mese, perde la vita per salvarla ad un suo commilitone. Non ha ancora compiuto 21 anni. Succede a Trepoli (Albania), il 24 febbraio 1941. Decorato con Croce al Valore Militare, a Domenico Monterisi viene intitolato il campo sportivo sul quale ha mosso i primi passi e segnato tanti goal (in precedenza era il ‘Campo Littorio’). Domenico Monterisi è uno degli sportivi italiani caduti in guerra, andando incontro al medesimo tragico destino del cestista foggiano Pino Zaccheria (morto anch’egli sul suolo albanese solo pochi mesi più tardi, il 4 aprile 1941), a cui è intitolato lo stadio del capoluogo dauno. Dopo essere state conservate a lungo presso il Sacrario Militare Oltremare di Bari, le spoglie di Domenico Monterisi hanno fatto ritorno nella sua Cerignola. Dal 2003 riposano nel cimitero locale.