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    Noi-Comunità in movimento: «Il caro energia dilaga, a livello locale tutto tace»

    «La mozione sulle comunità energetiche, proposta dalla maggioranza e approvata in consiglio comunale ad aprile, è rimasta nel cassetto»

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    Pubblichiamo di seguito e integralmente un comunicato stampa a firma dell’associazione Noi-Comunità in movimento, in cui si analizzano le misure prese ai vari livelli per contrastare il caro energia. Sul fronte comunale però, nulla si muove, compresa la mozione approvata ad aprile scorso sulle comunità energetiche che non ha visto proseguire il suo iter.

    Ogni evento o fenomeno, storico o economico, crea un’onda che, presto o tardi, arriva. È successo pure per il caro energia. Scatenato dalla guerra in Ucraina, aggravato dal disastro della Nordstream, anticipato nelle tv, e ora abbattutosi con tutta la sua forza nella nostra economia, anche locale. Con le prime bollette folli arrivate alle nostre attività commerciali e imprese locali. Da mesi si è tentato di porvi un argine, a ogni livello, sovra e nazionale, regionale e locale. Con risultati alterni e ancora incerti. La Commissione Europea ha proposto 5 misure; fra esse quelle che più ci interessano sono: tetto massimo al prezzo del gas; taglio ai consumi del 10% e almeno del 5% nelle ore di punta (a scelta degli Stati); tetto ai maxi ricavi delle compagnie, con le eccedenze versate agli Stati che potranno ridistribuirle quali sussidi ai consumatori. Il Governo Italiano, a sua volta, ha approvato un primo “decreto bollette”, convertito in Legge ad aprile, poi un secondo a giugno, un altro il 9 agosto scorso (DL115/22), convertito in legge il 21/09, e infine il DL 144/22 cd. Aiuti ter del 23/09, con diverse misure fra cui: l’azzeramento degli oneri di sistema e delle aliquote sui maxi consumi elettrici e taglio IVA e oneri sul gas; la semplificazione delle procedure di installazione di impianti fotovoltaici e termici sugli edifici e della creazione delle reti elettriche relative; rafforzamento del bonus sociale per luce e gas; riconoscimento di un credito di imposta pari al 40% (25 nei precedenti decreti) del valore delle spese sostenute per la componente energetica; idem (prima al 15) per i consumi di gas naturale; credito al 30% per le imprese non energivore; riduzione accise e credito al 28% per gli autotrasportatori.

    Sul punto è intervenuta poi la Conferenza Stato-Regioni che ha avanzato proposte integrative per il breve e medio lungo periodo: potenziare il credito d’imposta sulla spesa energetica; potenziare il micro credito; rinviare l’esposizione perdite a 2 anni in caso di erosione del capitale sociale; istituire un contributo straordinario per implementare impianti di produzione di energia rinnovabile; semplificazione burocratica e tecnica per allacci e connessioni alla rete e garanzia pubblica alle imprese per i finanziamenti per installare tali impianti; estendere la rateizzazione delle bollette in 10 mesi pure alle PMI; staccare il costo elettrico da quello del gas; per il lungo periodo: incentivare l’auto produzione di energia rinnovabile per le imprese con cessione dell’energia eccedente a terzi con bonus e semplificazioni; trasferire i maxi profitti delle aziende produttrici alle imprese; creare un piano per costruire infrastrutture energetiche; porre un tetto europeo al prezzo del gas; promuovere una campagna informativa sul risparmio e miglior uso energetico; accelerare sui provvedimenti utili a favorire la realizzazione di termovalorizzatori e lo studio del nucleare cd. pulito.

    In ultimo, a livello comunale, fermo il percepimento dei contributi statali per il pagamento delle bollette, a copertura della spesa pubblica, è diventato necessario predisporre politiche energetiche che tamponino la crisi di oggi, con aiuti economici per attività e imprese, ma che soprattutto indichino una via per avere in futuro autonomia energetica e costi più bassi, guardando alle fonti rinnovabili e/o alternative. Fra esse vie, una è costituita dalle comunità energetiche. Una vera e propria “impresa” costituita da persone fisiche, imprese, enti, associazioni che si coordinano per la produzione in proprio di energia da consumare mediante installazione di impianti ad hoc (ad es. fotovoltaici). Il meccanismo è regolamentato dalla Legge 199/2022 e dalla Legge regionale 45/19. In Puglia ci sono già diverse comunità energetiche, a Melpignano dal 2011, a Roseto Valfortore, a Brindisi, nella vicina Biccari. Anche il nostro consiglio comunale si era mosso, dal 28 aprile scorso, quando venne approvata all’unanimità una mozione proposta dal consigliere in quota M5S, Vincenzo Sforza. Una proposta ambiziosa, trasversalmente condivisa, necessaria. Ma che è rimasta, ahi noi, nei cassetti comunali. Dal 28 aprile nulla è stato fatto per la promozione di tale progetto, né in fase di promozione e divulgazione né in fase di esecuzione e realizzazione. Perdendo 5 lunghi e importanti mesi di tempo. Visto quanto sta accadendo. È tempo, dunque, di coordinare al meglio gli aiuti, i bonus, i crediti riconosciuti a livello statale con una fitta rete comunicativa e informativa, magari anche informatica. E di iniziare, a livello comunale, a pensare al domani, partendo proprio dalle comunità energetiche. NOI ci siamo, stiamo studiando tutto sì da offrire una sponda informativa e di stimolo in tempi brevi per aiutare i nostri commercianti e imprenditori. È tempo di far luce su questa emergenza. Oggi è già tardi.

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