La sanità in Puglia è questione prioritaria, ma anche il consueto terreno di scontro tra le parti, con il Governatore Michele Emiliano stretto nella difesa di un comparto nel quale probabilmente sarebbe servita una persona del settore. Infatti si bacchetta nuovamente la Puglia sulla questione dei parti. L’emergenza sui tagli cesarei evidenziata dal programma esiti per il 2016 resta tale e quale anche per l’anno successivo. Lo dicono i dati (non ancora definitivi) elaborati dall’Aress: dal 30,4% del 2016 si è scesi nel 2017 al 29,4%. Ovvero 400 parti cesarei primari in meno. Troppo poco per rientrare nella «normalità».
Una percentuale, hanno spiegato mercoledì gli esperti dell’Agenas, che appare incredibilmente alta in confronto alle statistiche nazionali (si parla di circa la metà). Il presidente della Regione, Michele Emiliano, a questo proposito ha usato parole pesantissime arrivando ad evocare ipotesi di reato. D’altro canto però gli esperti mettono in risalto altre particolarità della situazione pugliese. Ci sono anche esempi virtuosi (su tutti l’ospedale di Barletta, ma anche il Miulli di Acquaviva). A tal proposito il primario, Antonio Belpiede, ginecologo cerignolano, ha offerto il proprio punto di vista in un’intervista (clicca qui). Ma sulle 31 strutture Cerignola occupa nella classifica dei meno virtuosi l’ottavo posto: dal 36% del 2016 si passa poi al 37% del 2017. Sui 533 parti del 2017, quasi 200 sono stati “cesarei”.