La possibilità di cambi di deleghe in giunta è fatto accertato, e per bocca degli stessi protagonisti. Un rappresentante in Giunta per “i quattro” è cosa fattibile, dice Giannatempo, ma di certo la manovra non sarà indolore. Infatti nella ridefinizione delle deleghe UDC e UdCap rischiano di essere protagonisti. Il partito di Casini ha ormai il solo Moccia in consiglio e conserva un assessorato. Il gruppo di Capitanata, decisamente più nutrito, ha come riferimento assessorile il solo Romano (nonostante la presidenza a Curiello). La proporzione esistente in casa UDC di uno ad uno tra Consiglio e Giunta “non dovrebbe” andar giù all’UdCap, così come al Pdl. Ma la cosa è ben più complessa.
Esiste infatti una intesa particolare tra i due gruppi centristi, mai scollati, sempre uniti non solo nell’appoggio al Sindaco. Sembra si tratti di un unico gruppo, che utilizza due sigle, direbbe qualche maligno, per non perdere probabilmente i contatti con Cera e mostrare fedeltà a De Leonardis. Lo stesso Santoro, inizialmente in quota UDC (seppur indipendente), non è stato messo apertamente in discussione dall’UdCap. Se si ridefiniscono le deleghe però, un partito con un solo consigliere non è detto che continui a tenere l’assessorato, che potrebbe anche essere mantenuto da Santoro, ma in quota UdCap. E Moccia? Resterà ancora con la compagine di centro o andrà con la costola di Capitanata? A guardar dall’esterno l’UDC sembra essere oggi il vero “potente”, considerati i numeri.
Gli “intellettuali” italiani disprezzano il popolo incolto e soprattutto, sono convinti che la grande occasione di creare un’Italia Unita, non derivi direttamente dal popolo, ma da ciò che loro scrivono o dichiarano, diffondendo le loro idee laiche e progressiste.
Questo scenario non è comune in tutte le realtà!
Infatti alcune porzioni del nostro territorio non hanno questo tipo di cultura e non si fanno certamente “attaccare al campanello” da queste subdole manfrine, in particolare se coloro che tentano di realizzarle non sono intellettuali. (Riferiti al commento non lo sono. Dio ce ne scampi!).
Il gioco dei quattro cantoni, molto in voga negli anni ’60, era praticato da eminenti uomini di “fede praticanti” i vecchi DC. Dopo ci fu l’avvento dei Socialisti non Progressisti che scoprirono la pratica dei “due forni”.
In seguito c’è stato l’ampliamento della base dello stiamo tutti bene insieme “compromesso storico”, attuato per poter fare alloggiare i comunisti credenti con i democristiani laici e liberali democratici non praticanti. Fino al risultato finale che si traduce in: io sto con te, anzi con Voi, ma cosa mi date in cambio?????
Il credo, l’ideologia, la missione, il mandato, l’interesse, il conflitto d’interesse.
Ma fateci capire con tutte questi intendimenti si può mangiare? No! E allora..
In epoca non sospetta è stato già commentato che ci sarebbe stata la “rivolta delle croci”. La croce più grossa, si dice che tocchi al Sindaco Giannatempo, che in alcuni momenti di agitazione minaccia ed esclama ad alta voce confidenzialmente rivolgendosi ai suoi collaboratori:
Basta mi sono rotto le sfere, sapete che faccio a questo punto….me ne vado!
I suoi diretti collaboratori, per accontentarlo gli rispondono: Seine… Seine…
I Discepoli hanno imparato dal Maestro. Pertanto le manfrine dell’UDireCAPire, sono uno scenario già visto per il capitano di lungo corso Giannatempo. L’augurio che possiamo fargli è quello di stare attento alle Secche o agli Spuntoni della Costa.
I Quattro Tarquiniani non sono riciclabili in quanto non credibili, alltrimenti Sig. Sindaco eri alla frutta! Attento la politica è la scienza dell’impossibile.