E’ scomparso all’età di 97 anni Michele Sacco (classe 1921), bracciante e poeta contadino che conobbe anche l’esperienza dei campi di concentramento nazisti. Sacctidd, come lo chiamavano tutti, ha fatto della sua vita e del suo essere “uno dei ragazzi di Peppino Di Vittorio” una missione, per riconsegnare tra le mani dei giovani quel filo rosso che percorre la memoria della cultura contadina del ‘900 a Cerignola. Dopo una vita nei campi la passione per la poesia; liriche, alcune raccolte e volumetti con il fine ultimo di lasciare testimonianza di quella che è stata Cerignola all’epoca di “padroni e cafoni”.
Ne ha ricordato la figura l’europarlamentare Elena Gentile: «di Michele ricorderemo la passione politica profondamente incardinata nella storia politica e sindacale del movimento operaio del Mezzogiorno ma con una visione sempre aperta al futuro». «Uno degli ultimi pezzi di quel fiero mondo contadino e bracciante se n’è andato per sempre – ha scritto il consigliere provinciale Tommaso Sgarro -. Michele mi ha permesso di essere parte della sua ultima avventura, quando esattamente un anno fa lo abbiamo accompagnato a Berlino, protagonista di una mostra e di un evento sugli internati militari italiani. Oggi Michele non c’è più. Ci restano i suoi ricordi e le sue parole. A noi il compito di salvarle e custodirle». E’ stato infatti un pezzo di storia della sinistra cerignolana, che lui stesso narrava attraverso il legame con certi valori. Mite, discreto e mai parco di sorrisi, Michele Sacco nel suo lungo vissuto da pensionato era solito passeggiare per le strade della sua Cerignola, che da ora saranno più vuote.