Il gruppo consiliare dell’UNIONE DI CAPITANATA di Cerignola propone la creazione di una sede universitaria distaccata per il Corso per infermieri professionali presso l’Ospedale Tatarella, e di un posto di polizia permanente all’interno dello stesso presidio ospedaliero.
PREMESSO CHE
L’Ospedale “Giuseppe Tatarella” di Cerignola vive, ormai da tempo, una situazione di grande difficoltà, determinata da una serie di motivi che, di fatto, rischiano di depotenziare un punto di riferimento imprescindibile per un territorio vasto ed importante come il nostro. Le lunghe liste d’attesa sopportate dagli utenti per l’erogazione di diverse prestazioni specialistiche costituiscono una forte limitazione del diritto alla salute dei cittadini. Non è più tollerabile attendere due anni, tanto per fare un esempio, per una mammografia preventiva del tumore, o diversi mesi per ottenere la refertazione di una risonanza magnetica, peraltro eseguita, molto spesso, da medici provenienti da altri ospedali, i quali garantiscono le loro prestazioni “a gettone”. Ma quello delle liste d’attesa non è certamente l’unico problema grave da risolvere. Nel reparto di Radiologia manca da anni un primario; sono pochissimi gli interventi operatori effettuati per carenza di personale. Il reparto di Ortopedia continua a ricoprire una turnazione impossibile con due soli medici di ruolo. Una situazione preoccupante, se si considera le caratteristiche di Cerignola, Città la cui principale risorsa economica rimane l’agricoltura e nella quale, pertanto, sono molto diffuse le traumatologie dovute al lavoro manuale. Più in generale, sono diversi i reparti che devono operare quotidianamente in situazioni di emergenza, a causa dell’esiguità dei loro organici, che costringe medici ed operatori sanitari a sobbarcarsi carichi di lavoro eccessivi quando non addirittura insostenibili. Sintomatica, al riguardo, la situazione del Pronto Soccorso. A complicare ulteriormente le cose, il ventilato taglio di 40 posti letto nel nostro nosocomio, previsto nell’ambito del Piano di riordino ospedaliero della Regione Puglia, uno dei perni del Piano di rientro dal debito sanitario accumulato negli anni da Bari.
Le soluzioni individuate da via Capruzzi – indubbiamente condizionate dai tagli imposti dal governo centrale – per ridurre i costi di gestione della nostra sanità ci appaiono francamente controproducenti e finanche punitive nei confronti di un’intera popolazione, la nostra, ancora una volta bistrattata da Bari. I tagli lineari che riguardano la “Cenerentola Capitanata” in generale e, Cerignola in particolare non portano a nulla, se non a un vero e proprio svilimento del ruolo e delle potenzialità della struttura sanitaria della nostra Città. A nostro avviso, la riduzione dei costi di gestione della sanità passa per una mirata e oculata razionalizzazione dei servizi finora garantiti. Ciò consentirebbe un considerevole risparmio di denaro pubblico ed una migliore utilizzazione delle risorse umane disponibili, e, soprattutto, creerebbe le condizioni per pensare e programmare l’assunzione di nuovo personale medico ed infermieristico-sanitario. Non serve, dunque, cancellare interi reparti, ma cercare di capire come far funzionare meglio quelli che non brillano per efficienza e produttività e premiare invece quei reparti – e ce ne sono – che costituiscono un vanto per la nostra sanità. Tra le soluzioni pensate per risolvere problemi come quello degli organici ridotti all’osso, riproponiamo con forza la riattivazione di una scuola per infermieri a Cerignola. Negli anni passati la storica sede di via Pozzo Maggiore, intitolata al dottor “Arcangelo Murgolo”, ha formato e avviato al lavoro ben 600 infermieri professionali e 125 caposala, determinando un’imponente ricaduta economica e occupazionale sulla nostra Città. Basti pensare che dei 600 infermieri sopra citati, ben 400 sono di Cerignola, mentre gli altri 200 arrivavano da centri limitrofi. Tutti hanno trovato occupazione. E allora la domanda che ci poniamo e che poniamo all’attenzione di quest’Assise è: perché, considerati i risultati più che lusinghieri di questa esperienza, la scuola di Cerignola è stata chiusa dodici anni fa? (l’ultimo corso infatti si è tenuto il 24 settembre 1998). Perché San Severo è sede decentrata del Corso per scienze infermieristiche e Cerignola non lo è più?
Va ricordato infatti, caso mai ve ne fosse bisogno, che il Tatarella – una struttura peraltro considerata di eccellenza nel panorama regionale – non è l’unico presidio sanitario attivo nel territorio, in quanto in quest’area della provincia di Foggia sono operanti anche numerosi poliambulatori e dipartimenti. Abbiamo, quindi, tutti i titoli e tutti i requisiti per ospitare anche noi una sede decentrata del corso di laurea per infermieri professionali. Perché negare ai giovani di Cerignola la possibilità di intraprendere il percorso necessario all’assunzione della qualifica di infermieri? Perché privare i nostri ragazzi di una importantissima opportunità di ingresso nel mercato del lavoro, costringendoli a cercare un’occupazione lontano dalla nostra terra? In Italia si parla tanto di “emergenza infermieri”: mancano all’appello in tutta la Penisola circa 50mila unità infermieristiche (i dati sono del Corriere della Sera). Un problema che colpisce drammaticamente anche il nostro ospedale, come sottolineato in precedenza. Risolverlo consentirebbe al personale sanitario di svolgere in modo ancora più efficace e in condizioni di maggiore serenità il proprio lavoro quotidiano, e ai pazienti del “Tatarella” di essere assistiti in modo adeguato. Solo così sarà possibile uscire dalla situazione di stallo in cui si trova il settore sanitario. Ed in questo senso, formare e valorizzare risorse umane che in futuro potrebbero essere utilizzate proprio all’interno delle strutture sanitarie locali ci pare senza ombra di dubbio l’unica strada percorribile per contribuire a far fare il tanto agognato salto di qualità alla sanità locale.
CONSIDERATO INOLTRE CHE
Ormai da tempo, e sempre più frequentemente, sia all’interno che all’esterno dell’ospedale Tatarella, in particolare nelle ore serali e notturne, si verificano episodi che mettono a repentaglio la sicurezza e l’incolumità del personale sanitario, dei pazienti e dei familiari di questi ultimi; danneggiamenti, atti di vandalismo, minacce e intimidazioni hanno reso il nosocomio terra di nessuno, una zona franca in cui i malintenzionati possono rendersi protagonisti di gesti inconsulti sapendo di rimanere praticamente impuniti. E questo perché, nonostante la presenza di un istituto di vigilanza privata – che svolge comunque bene il proprio lavoro – i controlli risultano insufficienti.
PER TUTTO CIO’ PREMESSO
Chiediamo al Consiglio Comunale di approvare l’O.d.G. con il quale proponiamo la creazione di una sede decentrata del Corso di laurea per infermieri professionali e l’istituzione di un posto di polizia permanente all’ospedale Tatarella. Chiediamo inoltre al Consiglio Comunale di inviare questo documento agli organi istituzionali competenti, vale a dire al Presidente della Regione Puglia, all’Assessore alla Sanità della Regione Puglia, al Ministero dell’Interno e ai vertici regionali e provinciali della Polizia di Stato oltre che a tutti i parlamentari della provincia di Foggia. Ringraziandovi per l’attenzione, vi porgiamo cordiali saluti.