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    “Vulimmece Bene” a ExOpera. Combattere la crisi con la cultura

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    Colpi di scena, equivoci e sorprendenti rivelazioni a ExOpera domenica sera per una commedia brillante, tra teatro e cabaret, che ha inaugurato la prima edizione di “Vulimmece Bene!!!”, rassegna di teatro in vernacolo promossa dall’associazione culturale Zeroinfinito, in collaborazione con il Laboratorio Urbano di ExOpera. “Singolari fatti di…corna”, a cura della compagnia teatrale lucerina, Alter Ego, il primo spettacolo andato in scena, ieri, sul palco della sala teatro dell’officina culturale cerignolana. Due atti unici molto divertenti adattati e diretti da Lello di Gioia, a capo di una compagnia amatoriale che, da oltre vent’anni, delizia gli amanti del teatro brillante in vernacolo di Capitanata, facendo della risata di qualità il suo marchio di fabbrica. L’adulterio, il leit-motiv dei due lavori portati in scena, nei quali i protagonisti vengono a conoscenza, in una singolare circostanza, di essere…”cornuti”. Protagonista del primo segmento dello spettacolo, liberamente ispirato ad “Amicizia”, atto unico di Eduardo De Filippo, un medico con il debole per le donne. Fa lo sbruffone con la moglie, a suo avviso non più piacente, convinto di avere campo libero senza rischio di rappresaglie. Ma dimentica di fare i conti con l’arguta congiunta, che trama un piano perfetto per vendicarsi. Interpreti:  Maria Longo, Marino Scioscia e Vanessa Salinno. Il secondo atto unico, invece, interpretato da Roberto Vicario, Gabriella Aufiero e Marino Scioscia, vede un protagonista premuroso che, venuto a conoscenza delle gravi condizioni di salute in cui versa un suo caro amico, decide di correre al suo capezzale nella lontana tenuta di campagna. Sotto un sole rovente raggiunge l’amico morente ma si trova a vivere, da parte del moribondo, incomprensibili reazioni, fino al colpo di scena finale.

    “Come nel calcio, anche in teatro- commenta il regista, Lello Di Gioia- a giocare la partita ci sono i mediani, i terzini e gli attaccanti. Senza dubbio, la seconda parte dello spettacolo, oscillante tra teatro e cabaret, ha fatto goal, suscitando il maggior entusiasmo. E sebbene in dialetto lucerino, il pubblico cerignolano sembra aver compreso bene ogni singola battuta ed apprezzato la nostra comicità popolare ma impegnata. Un teatro, il nostro, che poggia su una vecchia e solida tradizione, presentando opere di maestri come Eduardo e Peppino De Filippo, Eduardo e Vincenzo Scarpetta, Armando Curcio, C. Hennequinn e Antonella Zucchini, senza, però, dimenticare di portare in scena i temi vicini alla gente e i suoni e i profumi delle strade, rinnovando continuamente la comunione d’intenti con il pubblico”. Una domenica di teatro e divertimento, valida alternativa per i non amanti del calcio, a cui seguiranno altri due appuntamenti che si terranno, probabilmente in fascia pomeridiana e non più in prima serata.

    “Un progetto ambizioso- dichiara il Presidente di Zeroinfinito, Rosario Didonna- che nasce dalla necessità di pianificare ed offrire delle iniziative culturali in un momento storico così difficile per la nostra città che, di cultura, ha un disperato bisogno. Per avvicinare i più al mondo del teatro, abbattendo le barriere tra palcoscenico e platea, abbiamo pensato di creare un mini cartellone di spettacoli teatrali in vernacolo, coinvolgendo le compagnie teatranti locali, fatte da amatori appassionati che conoscono bene il territorio e masticano da anni la polvere dei palcoscenici. E il luogo fisico più naturale per dare vita ad operazioni culturali di questo genere non poteva che essere ExOpera”. “Non abbiamo certo la presunzione di fare teatro- gli fa eco Giuseppe Schiavone, tra i gestori del chiosco di ExOpera- ma spettacoli di teatro da camera, in un ambiente familiare, che coinvolgano le compagnie locali con un piccolo gettone di presenza, e soprattutto i tanti amanti del teatro che non trovano grandi spazi nella nostra città. Il progetto che tutti noi abbiamo sposato, infatti, è far rinascere la nostra terra. E non conosciamo altro modo per ricominciare se non dalla cultura”. Dopotutto, Obama docet: “Un Paese che in piena crisi non investe nella cultura è come un aereo in avaria che, per salvarsi, decide di perdere il motore e il carburante”.

    1 COMMENT

    1. Vulimmc bèn, sempre quando sapìmm vutà, ch stì pulètc murèm d fòm.
      Ch vulèrc bèn, ai Pulètc non a mà vutà.
      C capèm…pènz proprio di sè.
      E allòr dàmmc nà mòss.

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