Una storia di emergenza abitativa, di famiglia in stato di bisogno, di applicazione ferrea delle leggi, temi sempre più attuali in una città che è in evidente crisi di valori. Questo il quadro che si sta delineando da questa mattina presso i locali dell’Istituto Comprensivo Padre Pio di Cerignola. Infatti, dalle prime ore del mattino Gerardo Tarantino, 43 anni, noto alle cronache per essere uno degli attivisti dei “Ribellioni”, balzati alle cronache della politica locale alle scorse comunali, è stato sfrattato dalle stanze della scuola che aveva occupato circa un mese fa. Si tratta dell’ex abitazione del custode, ormai disabitata da circa quindici anni. Dopo le denuncia delle Dirigente, e l’intervento dell’amministrazione Metta, stamane le forze dell’ordine, coordinate dalla dott.ssa Loreta Colasuonno, su autorizzazione del Prefetto, hanno diretto le operazioni, affidate alla Municipale, con l’ausilio degli operatori del 118, dello psicologo e degli assistenti sociali.
La voce dei protagonisti – Sono venuti all’alba a buttarci fuori nonostante ho tre figli disabili, sono disoccupato e non posso permettermi di pagare un affitto. Così racconta la sua storia Tarantino, il quale supportato dagli amici di sempre, sottolinea come questo gesto potrebbe essere una rivalsa contro la sua attiva partecipazione all’opposizione politica verso l’attuale maggioranza. «Ero in una casa d’affitto, poi non ho potuto più pagare e mi hanno sfrattato. Così ho deciso di occupare questa stanza disabitata da quindici anni, per dare un tetto ai miei tre figli, due ragazzi e una ragazza, di 17, 15 e 14 anni, disabili -afferma il 43enne –. Io sono cardiopatico e non lavoro da molto tempo perché non ci sta lavoro. Ero in lista per l’assegno di cura ma, non so perché, sono sparito dagli elenchi. Questo è il prezzo che devo pagare per aver fatto opposizione politica. Adesso, tra oggi e domani andrò fuori casa e non so dove andare, mi hanno detto che forse sistemano mia moglie e i miei figli dalle suore mentre io devo arrangiarmi. Tornerò – conclude lo sfrattato -, a questo punto, a dormire nella macchina».
Secondo le ricostruzioni fornite dagli intervenuti, la storia sembra essere differente. Infatti, da quanto risulta dalle carte in possesso della Municipale e dell’Amministrazione, Gerardo Tarantino non è stato sfrattato dalla vecchia abitazione ma, diversamente, risulta aver saldato tutte le mensilità prima di abbandonare volontariamente quella casa. Non si sa bene per quale ragione, evidentemente disoccupato e in difficoltà, ha deciso di rifugiarsi prima in auto, mentre i familiari accoglievano la moglie e i figli, e poi ha occupato dal 27 novembre quel locale disabitato della scuola “Padre Pio”. La procedura di sfratto, ad ogni modo, rispetta i dettami di legge, mentre lascia molti dubbi sul modus e sulla tempistica da un punto di vista umano. Non è ben chiaro ancora se quel locale sia accatastato come vano ad uso scolastico, quindi aula, oppure si tratti di uno spazio ad uso abitativo: nel primo caso, infatti, la procedura prevede la segnalazione e richiesta di avvio della procedura di sfratto da parte diretta del comune, inoltrata al Prefetto; diversamente, se si tratta di abitazione è necessaria la segnalazione, attraverso querela, della Dirigente diretta al comune, in qualità di proprietario del plesso, e questi poi inoltra richiesta al Prefetto.
Nessuna dichiarazione da parte dell’amministrazione comunale e del Sindaco il quale era assente in comune, per impegni a Foggia, non ha risposto al telefono e si è limitato semplicemente ad un post facebook di critica verso i colleghi di Telenorba: «Telenorba al servizio del noto statista Bevilacqua. Quello chiama, loro si precipitano nella speranza di fare audience. Che succede di tanto clamoroso? Un soggetto che ha occupato un immobile comunale adibito a scuola elementare viene sgomberato nel rispetto della legge, con ogni garanzia di assistenza medica, alla presenza di assistenti sociali, vigili e poliziotti. Questa è la notizia – scrive Franco Metta -. Sul posto nessun incidente. Ma il desiderio di Bevilacqua di apparire in tivù viene ritenuto sacro dalla redazione giornalistica di Telenorba. Dire che sono piuttosto critico rispetto a queste prassi, è un eufemismo».