«Se parliamo di fare il possibile, sono capaci tutti. Il compito della politica è pensare l’impossibile». Una bella frase che ci ha lasciato in dono Pietro Ingrao, morto lo scorso 27 settembre. La politica come riflessione (non per tutti, evidentemente) su fatti di non facile soluzione. Quanto sano realismo, quanta lucida conoscenza della politica e del suo senso più alto. Una frase che allontana il “ci voleva tanto a trovare una soluzione?“. Affermazione cara ai civismi contemporanei, nazionali e locali. La politica, con la P maiuscola, rifiuta le soluzioni semplici, quelle del “possibile”; vuole l’impossibile. E politici di spessore quell’impossibile lo hanno reso possibile.
Abbellire la città, far rispettare la legge alla brava gente è politica del possibile. Arrestare l’ondata di criminalità, offrire sostegno alle famiglie più bisognose è politica dell’impossibile. E’ la linea di condotta giusta di un buon amministratore. Lo scambio, gli affidamenti, le proroghe, sono politica – o mala politica, meglio – del possibile (e del vivacchiare). Il baratto amministrativo e le gare di evidenza pubblica politica dell’impossibile. Un impossibile “sensato”, perché nell’interesse della città. Scegliere se Cerignola debba essere possibile o impossibile è compito (a elezioni concluse) degli amministratori. La terza via è considerare superato, in uno slancio d’arroganza, anche il pensiero politico di Pietro Ingrao. E se ciò accadesse, non si meraviglierebbe nessuno.