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    Al “Mercadante” Michele Placido e Giorgia Benusiglio parlano di droga con i ragazzi

    All'incontro ha partecipato anche Emanuele Blandamura, campione europeo dei pesi medi e monsignor Luigi Renna

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    Sabato 22 aprile a partire dalle ore 10:00, presso il teatro Mercadante, si è svolto il convegno intitolato “I giovani e il decadimento culturale nell’era delle droghe e degli smartphone” nell’ambito del progetto di prevenzione ed informazione sull’uso delle droghe e delle dipendenze “Salviamoci la pelle” promosso dall’Assessorato alle Politiche Sociali. Di riguardo gli ospiti e relatori di questa kermesse: il celebre attore e regista Michele Placido nato ad Ascoli Satriano, il campione europeo dei pesi medi Emanuele Blandamura – la cui famiglia è originaria di Cerignola e protagonista anch’egli durante l’adolescenza di una storia di droga e disagio – e Giorgia Benusiglio, una ragazza che, qualche anno fa ha rischiato la vita per aver preso mezza pasticca di ecstasy e che, dopo un trapianto di fegato e la condanna ad essere un “paziente a vita”, ha deciso di dedicarsi alla sensibilizzazione nella lotta contro le droghe. Destinatari di questa giornata sono i giovani che, con le loro scuole, hanno accettato l’invito dell’Assessorato ed hanno riempito numerosi platea e galleria del teatro. Da parte dell’Amministrazione comunale c’è l’intenzione di non fermarsi a quest’evento e «di proseguire su questa strada – come ha dichiarato alla stampa l’Assessore alle Politiche Sociali Rino PezzanoOggi finisce la prima parte del percorso ma ne comincia un altra, più impegnativa, perchè ci stiamo assumendo una grande responsabilità».

    «Abbiamo riposto grande fiducia in questo progetto – ha aggiunto il sindaco di Cerignola Franco Metta – e il risultato è senza dubbio positivo. Va inoltre sottolineata l’attenzione e la vivacità delle scuole con i loro dirigenti e dei loro ragazzi». Secondo il sindaco Franco Metta eventi come questi sono fondamentali in un’azione di contrasto al fenomeno delle dipendenze: «il momento determinante non è quando con le strutture sociali e sanitarie si cerca di strappare qualche giovane dal tunnel della droga. Il momento determinante è prima: dobbiamo togliere qualsiasi fascino a queste esperienze». Anche il vescovo della diocesi di Cerignola-Ascoli Satriano Mons. Renna ripone grande fiducia in questo incontro, poiché «non parlano degli esperti che spiegano quali effetti abbiano queste droghe, ma delle persone che ci spiegano quali ne sono gli effetti esistenziali – ha dichiarato Mons. Renna ai giornalisti –. Parlandone un attore-regista ed una donna dedita alla prevenzione, capiremo come la droga faccia perdere tempo, perchè i giovani non sono più protagonisti della loro vita, della giovinezza, delle relazioni e del loro stesso futuro». Ad apertura del convegno il dott. Contillo, psicologo del progetto, ha presentato i dati frutto delle ricerche condotte a Cerignola e nei Cinque Reali Siti che dipingono un quadro allarmante: nel campione dei giovani intervistati, è risultato che il 29% di questi fa abitualmente uso di alcoolici ed il 25% di sostanze stupefacenti. Il dato più inquietante riguarda però l’età in cui i giovani dichiarano di aver assunto per la prima volta sostanze stupefacenti, che si aggira tra i 13 ed i 16 anni.

    Secondo Emanuele Blandamura lo sport può essere una delle strade per allontanare i ragazzi dalla droga: «Io sono un ragazzo che ha vissuto situazioni complicate – ha dichiarato alla stampa il campione europeo dei pesi medi –; la periferia nasconde delle insidie in cui è molto facile cadere e, vent’anni fa, è stato molto difficile per me. Per me lo sport è stato un appiglio fortissimo a cui mi sono aggrappato con tutte le mie forze e grazie a cui sono riuscito a realizzarmi». Il momento più toccante della giornata è stato senza dubbio la testimonianza di Giorgia Benusiglio, che ha racconto il suo dramma e dialogato con i ragazzi, mettendoli in guardia dalle terribili conseguenze che può comportare l’assunzione di sostanze stupefacenti; e ciò che è emerso in questo confronto è che i ragazzi sono consapevoli che la droga fa male, ma non sanno che per mezza pasticca di ecstasy si può anche morire. A proposito di ciò, Giorgia ha dichiarato alla stampa: «Bisognerebbe introdurre una nuova materia scolastica: educare alla vita, ovvero, parlare ai giovani di problemi come le droghe, ma anche del bullismo, della violenza sulle donne che, purtroppo, riguardano anche la loro età». Nel parlare con Giorgia, si rimane colpiti dalla forza che ha nel condurre la sua missione, ma soprattutto dalla consapevolezza del suo passato: «Una persona trapiantata, sarà una paziente per tutta la vita. Da un evento negativo ho voluto trarre qualcosa di positivo, soprattutto dagli altri ma anche per me stessa: ero sommersa dai sensi di colpa e non riuscivo a capire perchè io ero sopravvissuta ed altri no. Solo mettendomi a disposizione degli altri ed informando i ragazzi ho trovato un senso al fatto che io abbia avuto una seconda possibilità». Giorgia ha però trovato nella sua battaglia un alleato come Michele Placido «una persona che ti appoggia, ti supporta e ti fa affrontare tutto con meno difficoltà, perchè insieme uniti si può fare la differenza»; ed è stato proprio l’intervento di Michele Placido il momento clou dell’incontro.

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    Il maestro ha constato con amarezza che «il problema maggiore è il vuoto culturale, che porta i ragazzi a cercare qualcosa che lascia il vuoto più assoluto ed emozioni nocive ed esterne che non vengono dalla tua realizzazioni». Secondo Placido, l’arma con cui si può vincere questa battaglia è proprio la cultura: «Una certa letteratura, un certo cinema, un certo teatro o una passione per le arti e lo sport possono dare una formazione che porta a fare delle scelte figlie di questa stessa formazione. Alternative culturali ed il lavoro con i ragazzi sin dalla loro fanciullezza possono formare dei cittadini italiani che ci possano rappresentare in un modo più straordinario rispetto a quello che è la gioventù di oggi». Ed a proposito di cultura, nel suo incontro con la stampa, Placido ha dichiarato che si impegnerà egli stesso in prima persona per valorizzare il nostro territorio: «Vorrei presentare alla regione Puglia un progetto di sviluppo di opere cinematografiche nelle scuole riguardo problematiche come mafia e caporalato, ma anche sulle brave persone che fanno tanto per la nostra provincia».

    1 COMMENT

    1. Cosa ne sanno costoro degli stupefacenti? Sono degli spacciatori? Assumono regolarmente queste sostanze nocive? A quale titolo possono esprimersi ed addirittura dare consigli ai giovani? Il problema droga é abbastanza semplice! Legge di mercato: esiste il consumatore, dunque esiste chi ne fa commercio. E’ una moda, e come tale colpisce chi non ha nulla nella scatola cranica, arricchisce mafie e quindi non porta soldi allo STATO, unica ragione per la quale lo STATO combatte il traffico di tali sostanze. Prevenzione???? Date dei valori ai vostri figli, imparate loro ad ESSERE e non ad APPARIRE. Consigli? A chi la vende: continuate, in Italia non siete puniti. A chi la compra: povero fesso, paghi per ammazzarti.

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