Dall’ultima tornata elettorale chi ne esce con le ossa rotte è il Partito Democratico. «Risultato drammatico, anche se lo sapevamo» è il commento secco nei giorni successivi al voto di Maria Dibisceglia, consigliere comunale e vice segretario del locale circolo. «Speravo intorno al 22% come il dato nazionale – spiega la dem -, però non mi ha meravigliato l’ondata Cinque Stelle e la debacle del Partito Democratico. Anche se guardando i dati in provincia siamo quelli che abbiamo retto meglio. Ma non è una giustificazione». Un’analisi che sta stretta ad un partito come il Pd che di fatto ha sofferto di una vera e propria emorragia di voti. Infatti in una città dove i democrats, come gruppo si è diviso in campagna elettorale, a parte qualche iniziativa spot, il risultato ne ha risentito. Se l’establishment dello stesso circolo locale ha di fatto partecipato ad una iniziativa, quella del venerdì pre elettorale, a sostegno del candidato alla Camera (di Manfredonia) senza invitare il candidato al Senato (di Cerignola), il quadro è presto chiaro.
«A livello nazionale – prosegue Dibisceglia – il partito non è stato in grado di recepire le necessità dei cittadini e quindi tutto è ruotato intorno al ribellarsi al Pd. Gli sfaldamenti, le liti, hanno annoiato il nostro elettorato». Ma il focus resta sempre Cerignola. «Qui il partito è andato compatto e unito a votare Pd – sostiene la Dibisceglia – e tutto quello che si poteva fare è stato fatto. Bisogna ora cercare di ricostruire sulle macerie arrivando ai cittadini. Bisogna tornare a riascoltare i nostri elettori. Noi nel nostro piccolo dobbiamo ritornare per le strade, perché forse lo abbiamo fatto un po’ meno. Anche perché siamo l’unica opposizione vista l’intesa tra Metta e Forza Italia. Dobbiamo ripartire in vista delle prossime amministrative». E su possibili alleanze cittadine e nazionali la Dibisceglia chiude: «sono convinta che bisogna aprirsi alla società civile, anche ai civici, ma mai ad una alleanza con i Cinque Stelle».