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    Il messaggio per il Natale 2020 del Vescovo Mons. Luigi Renna

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    In un tempo caratterizzato “da una giusta prudenza” per arginare la diffusione del Covid-19 e segnato “dalla tristezza per la perdita di qualche persona cara”, Sua Ecc. Mons. Luigi Renna, vescovo di Cerignola-Ascoli Satriano, invita i diocesani a non avere timore, facendosi voce “dell’annuncio degli angeli ai pastori nella notte di Natale”: “Non temete” diventa la certezza di “una Presenza che da quell’‘oggi’ di più di duemila anni fa, non ha più abbandonato l’umanità: il Figlio di Dio fatto uomo”, concretizzandosi nella “vicinanza orante a chi è malato, a chi sta piangendo un amico o un parente deceduto, a chi fa fatica a sorridere, a credere e a sperare”. Speranza e fiducia impregnano una riflessione che, lasciandosi guidare dai protagonisti del presepe, individua nel tempo dell’attesa lo spazio utile per la realizzazione dei “progetti di Dio”: “Quel ‘Non temere’ – scrive il vescovo Renna – irrompa come un raggio di luce nelle fitte tenebre del mondo e fughi ogni paura! È una cosa terribile la paura, perché blocca le mani che non riescono più ad abbracciare, i piedi che non ardiscono più di camminare, gli occhi che non scorgono un orizzonte”. Cita Ermes Ronchi, don Tonino Bello, John Henry Newman, il Vescovo della diocesi di Cerignola-Ascoli Satriano per ribadire, in forma chiara, che “Il Natale arriva per annunciarci una verità valida per ogni giorno dell’anno: ‘Oggi è nato per noi un Salvatore!’ è il motivo grande per non temere, perché questo Dio non ci fa fuggire dalla storia e dalla responsabilità, ma si ‘tuffa’ nella nostra umanità, e ci invita ad andare oltre le nostre piccole visioni ristrette, ci rassicura che Dio è premuroso verso i suoi figli, tutti ‘amati dal Signore’, e ci fa incamminare su una strada che porta alla luce”.

    Scaturisce da tali premesse l’esempio da imitare ponendosi alla scuola di quei viandanti che, illuminati dalla luce del Natale, dopo aver ricevuto l’annuncio, “si mettono in cammino”: “Maria va incontro a sua cugina Elisabetta, Giuseppe va da Maria per prenderla come sposa, Zaccaria da sua moglie e la rende madre, i pastori vanno a Betlemme e adorano il Bambino avvolto in fasce, deposto in una mangiatoia”. Quello ieri continua a costituire il modello per l’oggi che, nel tempo della pandemia, diventa invito a “pregare in famiglia” o “da soli”; a “curare” e a “non abbandonare” per essere investiti dalla “valanga d’amore che travolge tutti con la carità”; a “essere prudenti” per “sentirsi responsabili della salute degli altri”. Non manca, nel Messaggio del Vescovo, l’attenzione all’altro, nella constatazione che non è sufficiente condividere qualcosa, “ma la vita, con i suoi pensieri, le sue risorse, i suoi slanci”. “Dico a voi – è l’esortazione che mons. Renna rivolge ai ragazzi e giovani – avete pensato tra i regali da fare, anche un dono per una persona sola, povera, emarginata, magari anche sconosciuta? Provate a condividere! Diventate gli ‘artigiani della fiducia nel futuro’. E vi sentirete più felici!”.

    A tale proposito la Diocesi ha organizzato, attraverso la Caritas, una raccolta alimentare nelle parrocchie, da domenica 20 fino a mercoledì, 23 dicembre 2020, per il sostegno di tante famiglie: ci si potrà recare nella propria parrocchia o alla sede della Casa della Carità, sita al Piano delle Fosse (in mattinata), per offrire un pacco dono che sarà distribuito alle famiglie seguite dalla Caritas. Per gli adulti, l’invito del Vescovo diventa stimolo a evitare il “grande spreco” e l’“inutile fracasso” per un “Natale più sobrio”, sottraendosi alla “pessima usanza (…) degli spari e dei botti” perché la Notte Santa risuoni “di fede e gioia familiare”. A questo proposito, la “Preghiera davanti al presepe” offre uno schema che invita la famiglia, in questa situazione di emergenza, a vivere un momento di preghiera. Un piccolo segno della Natività del Signore, inoltre, sarà la proiezione di una immagine della Madonna col Bambino sulla facciata del Duomo, dal 19 dicembre al 6 gennaio: grazie ad alcuni benefattori che sono voluti rimanere anonimi e alla Curia Vescovile, questo segno di fede e di speranza illuminerà la città.

    IL TESTO INTEGRALE DEL MESSAGGIO 

    Carissimi,

    questo tempo caratterizzato da una giusta prudenza, che ci deve animare per salvare dal Covid-19 il maggior numero di persone, è reso più cupo dalla paura del futuro e dalla tristezza per la perdita di qualche persona cara. Perciò il mio augurio vuole essere l’eco dell’annuncio degli angeli ai pastori nella notte di Natale: “Non temete: ecco vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi è nato per noi un Salvatore, che è Cristo Signore!” (Lc 2,10). È quindi l’annuncio di una Presenza che da quell’“oggi” di più di duemila anni fa, non ha più abbandonato l’umanità: il Figlio di Dio fatto uomo. Il mio augurio si unisce alla vicinanza orante a chi è malato, a chi sta piangendo un amico o un parente deceduto, a chi fa fatica a sorridere, a credere e a sperare. Non dobbiamo temere! Lo stesso invito alla fiducia, leggiamo nei Vangeli, lo riceve San Giuseppe, chiamato a fidarsi dei progetti di Dio: “Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa” (Mt 1,20). Anche a Maria il messaggero di Dio sussurra: “Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio” (Lc 1,30). Quel “Non temere” irrompa come un raggio di luce nelle fitte tenebre del mondo e fughi ogni paura! È una cosa terribile la paura, perché blocca le mani che non riescono più ad abbracciare, i piedi che non ardiscono più di camminare, gli occhi che non scorgono un orizzonte: “La paura, principio di ogni fuga, è il contrario della fede” (Ermes Ronchi). Ma è il contrario anche della speranza, della carità, della fiducia nell’altro. La prudenza per evitare il contagio da Covid non può essere unita alla paura, ma al coraggio e alla forza di resistere all’impatto di questo momento difficile. Il Natale arriva per annunciarci una verità valida per ogni giorno dell’anno: “Oggi è nato per noi un Salvatore!” è il motivo grande per non temere, perché questo Dio non ci fa fuggire dalla storia e dalla responsabilità, ma si “tuffa” nella nostra umanità, e ci invita ad andare oltre le nostre piccole visioni ristrette, ci rassicura che Dio è premuroso verso i suoi figli, tutti “amati dal Signore”, e ci fa incamminare su una strada che porta alla luce. Maria, Giuseppe, Zaccaria e i pastori, tutti, dopo aver ricevuto quell’annuncio, notatelo, “si mettono in cammino”: Maria va incontro a sua cugina Elisabetta, Giuseppe va da Maria per prenderla come sposa, Zaccaria da sua moglie e la rende madre, i pastori vanno a Betlemme e adorano il Bambino avvolto in fasce, deposto in una mangiatoia. Che non sia proprio quel “Non temere!” a rimetterci in cammino? Per questo vi invito a:

    Pregare. Sì! Ad un Dio che ci rassicura si dice “Grazie”; si dice: “Mi fido di te!” Pregate in famiglia, da soli, amate quel silenzio riempito della presenza di Dio, e quel “Non temete!” invaderà pacificamente ogni angolo buio del cuore!

    Curare e non abbandonare. Mi ha fatto specie qualche giorno fa una persona che mi ha detto di sentirsi abbandonata, invisibile agli altri, tristissima. Mi ha fatto fare un esame di coscienza. Prendiamoci cura: il “Non temere” che sentiamo da Dio, divenga come una “valanga d’amore” che travolge tutti con la carità. Curare le relazioni, curare chi è solo, curare chi non è curato!

    Essere prudenti e sentirsi responsabili della salute degli altri. Evitare il contagio è un atto d’amore gradito a Dio e all’umanità.

    Condividere: non qualcosa, ma la vita, con i suoi pensieri, le sue risorse, i suoi slanci. Dico a voi, cari ragazzi e giovani, avete pensato tra i regali da fare, anche un dono per una persona sola, povera, emarginata, magari anche sconosciuta? Provate a condividere! Diventate gli “artigiani della fiducia nel futuro”. E vi sentirete più felici!

    Quest’anno il Natale sarà più sobrio e perciò vi invito ad evitare un grande spreco, che anche, a mio parere, è una pessima usanza per la notte di Natale: quella degli spari e dei botti. La notte Santa deve risuonare di fede e gioia familiare, non di inutile fracasso. Scriveva don Tonino Bello nel 1992, mentre era molto malato: “Chissà quanta gente ha paura non soltanto del domani, ma anche dell’oggi: paura della malattia, paura della miseria, paura del lavoro che non si trova, paura per i figli, paura dei pericoli. Quante paure!…Non abbiate paura! se la paura bussa alla tua porta, manda ad aprire la tua fede, la tua speranza, la tua carità, ti accorgerai che fuori non c’è nessuno” (Don Tonino Bello). Questa preghiera di un Santo dei nostri tempi, John Henry Newmann, ci aiuti ad incontrare Cristo, Luce per i nostri passi:

    Guidami Tu, Luce gentile,

    attraverso il buio che mi circonda,

    sii Tu a condurmi!

    La notte è oscura e sono lontano da casa,

    sii Tu a condurmi!

    Sostieni i miei piedi vacillanti: io non chiedo di vedere

    ciò che mi attende all’orizzonte,

    un passo solo mi sarà sufficiente.

    Non mi sono mai sentito come mi sento ora,

    né ho pregato che fossi Tu a condurmi.

    Amavo scegliere e scrutare il mio cammino;

    ma ora sii Tu a condurmi!

    Amavo il giorno abbagliante, e malgrado la paura,

    il mio cuore era schiavo dell’orgoglio;

    non ricordare gli anni ormai passati.

    Così a lungo la tua forza mi ha benedetto,

    e certo mi condurrà ancora,

    landa dopo landa, palude dopo palude,

    oltre rupi e torrenti, finché la notte scemerà;

    e con l’apparire del mattino

    rivedrò il sorriso di quei volti angelici

    che da tanto tempo amo e per poco avevo perduto.

    Quest’anno sul presepe e sull’albero metteteci un angelo con un cartiglio: “Non temete!”.

    Vi benedico tutti e vi abbraccio!

    Cerignola, 10 dicembre 2020, memoria di Nostra Signora di Loreto.

    Vostro

    † Luigi Renna

    Vescovo di Cerignola-Ascoli Satriano

    PREGHIERA DAVANTI AL PRESEPE NELLA NOTTE DI NATALE

    Riuniti attorno al presepe il papà e la mamma pregano così:

    Dio Padre Santo,

    che ci hai donato

    Gesù Salvatore

    nato da Maria

    e custodito da Giuseppe,

    noi ti ringraziamo

    per questa luce di grazia

    che illumina

    questa santissima notte

    e tutta la nostra vita.

    Benedici la nostra famiglia

    e fa che in casa regnino l’amore,

    la fede, il perdono, la gratitudine

    e la tenerezza.

    Questo segno del presepe

    illumini questi giorni

    e tutta la nostra vita.

    Per Cristo nostro Signore.

    Padre nostro,…

    Ave Maria,…

    Gloria al Padre,…

    (mentre il più piccolo porta la statuina del Bambino Gesù per le stanze della casa, tutti intonano il canto “Tu scendi dalle stelle”).

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