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    Domani convegno sul Turismo integrato all’Ite “Dante Alighieri” di Cerignola

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    Interessante è il Convegno che si terrà domani, mercoledì 14 dicembre alle ore 17, presso l’Istituto Tecnico Economico “Dante Alighieri” di Cerignola, in ordine alla realistica prospettiva del decollo turistico integrato del territorio. Gli ultimi rapporti sulla composizione del PIL pugliese dicono che il sistema produttivo regionale è stato trainato, nell’ultimo decennio, dalle attività del terziario e del turismo. Nell’ambito di quest’ultima, i dati sono sbilanciati, però, a favore di determinate aree e per singole attrazioni, mentre per la parte restante si è trattato di occasionali pedaggi collegati a tappe di percorrenza. Con qualche rara eccezione, la pur disegnata mappatura turistica non incontra una ipotesi, un progetto di approdo turistico integrato.

    Il caso di Cerignola è emblematico. Si trova, innanzitutto, alla convergenza di più sistemi viari (stradali, autostradali, ferroviari) che la collegano con luoghi viciniori di attrazione per un turismo di prossimità. Per opzioni di tipo stanziale, Cerignola offre tantissime opportunità di conoscenza del luogo, con la sua lunga storia religiosa, culturale, agraria, sociale e politica, e di tanto danno testimonianza il Borgo antico, il brunellesco Duomo Tonti, palazzi, monumenti, strutture, archivi. E’ il prototipo delle agro-città pugliesi, con un disegno a raggiera che confluisce sul Piano delle Fosse Granarie: contiene nel suo vasto territorio il patrimonio di permanenze architettoniche delle masserie, che è l’archetipo della civiltà del tempo che fu dei Normanni. Vini, olive, farine, e gli altri prodotti della sua terra sono noti per la loro bontà alimentare.

    I luoghi di accoglienza stanno crescendo ma si muovono, come le persone e le altre intraprendenze, in modo singolo, individualistico. Occorre, insomma, mettere insieme tutti questi fattori, renderli interdipendenti e capaci di sviluppare ulteriore rendimento dal normale ciclo produttivo di beni e  servizi. L’operazione, dicono gli specialisti, non comporta particolari investimenti, ma ordinari oneri di sistema, di raccordo, di organizzazione dei vari elementi del panorama socio-economico. La chiamano coesione sociale.