Nell’ambito della Settimana Sociale Diocesana, giunta a Cerignola alla sua settima edizione, ha avuto luogo nella serata di giovedì 2 maggio l’incontro dal titolo «Una giustizia dal volto umano». Ospite della serata, svoltasi nel salone Giovanni Paolo II dell’Episcopio della Diocesi di Cerignola-Ascoli Satriano, è stato don Franco Esposito, direttore dell’Ufficio Diocesano della Pastorale Carceraria di Napoli, già cappellano del Carcere di Poggioreale e presidente di una splendida ed efficiente realtà volta al recupero e alla salvaguardia dei detenuti più fragili, l’associazione “Liberi di volare”. L’incontro, moderato da Gioacchino Matrella de lanotiziaweb.it e a cui hanno fornito il proprio contributo don Pasquale Cotugno, direttore della Caritas Diocesana di Cerignola, e Mons. Vincenzo D’Ercole, in rappresentanza della Diocesi, è stato occasione per guardare sotto un punto di vista diverso e riflettere su un tema attorno al quale si anima un dibattito spesso limitato e fuorviante.
Davanti ad una giovane platea, composta dai volontari del Servizio Civile e dagli operatori della locale Cooperativa “Charlie fa surf”, presieduta dal dott. Gaetano Panunzio, don Esposito ha esposto a cuore aperto la sua reale e drammatica testimonianza di uomo di Chiesa che ha toccato il dolore di chi è nelle carceri. «Dico ai miei volontari di farsi compagni di cammino dei detenuti, di andare in carcere non per loro ma con loro» è il punto dal quale la riflessione è partita, per poi finire a denunciare una situazione carceraria nazionale che non è degna di un Paese che si definisce democratico. Infatti, dagli istituti di detenzione, così come sono concepiti oggi, i detenuti tendono ad uscire non di certo in condizioni migliori rispetto a quelle in cui erano quando vi sono entrati. Una delle cose peggiori che fa il carcere, sottolinea don Esposito, è togliere al detenuto l’affettività, causandogli una sofferenza che sfocia in rabbia, che lo stesso in qualche modo sfoga non appena sarà fuori. Ecco, quindi, perché questo rappresenta un problema assai grave per la società nel suo insieme.
«La rieducazione è far scoprire al detenuto che dentro ha le potenzialità per fare del bene e per fare di meglio», sostiene l’ex cappellano di Poggioreale, la cui missione lo ha portato a stare vicino e guardare negli occhi chi è stato ad un passo dal suicidio. Don Esposito chiama ad assumersi le sue responsabilità anche la politica, allorquando essa si limita a lanciare slogan intrisi di demagogia su un problema che merita invece un’attenzione seria e dettagliata, specie dinanzi a numeri spaventosi riguardo al sovraffollamento e ai suicidi nelle carceri. Come fatto anche in un suo recente libro («Luci verso una nuova giustizia», Iod Edizioni), don Franco Esposito pone l’accento su un’istituzione carceraria che non risponde alla società come dovrebbe e sul senso di uno Stato che si preoccupa solo di punire, ignorando invece che bisogna anche riparare e rieducare. Proprio in questa direzione, la Caritas di Cerignola, assieme alla Caritas di Napoli, fa parte di un progetto sperimentale di giustizia riparativa che ad oggi coinvolge sette Diocesi in tutta Italia.