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    Galantino su assoluzione Berlusconi: “Se un fatto è legale, non è detto che sia anche morale”

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    ROMA – Il segretario della Cei mons. Nunzio Galantino si schiera con il quotidiano dei vescovi Avvenire nella vicenda processuale che ha visto l’assoluzione di Silvio Berlusconi nel processo Ruby. Il direttore del quotidiano, Marco Tarquinio, ha scritto in un editoriale che “l’esito penale favorevole a Berlusconi non cancella il rilievo istituzionale e morale” e aggiunge che “un’assoluzione con le motivazioni sinora conosciute non coincide con un diploma di benemerenza politica e di approvazione morale”. “Avvenire ha preso una posizione coraggiosa che va sostenuta e confermata” dice Galantino, che poi aggiunge: “La legge arriva fino a un certo punto, ma il discorso morale è un altro”.

    Dura anche l’Associazione Nazionale Magistrati, contro chi oggi impugna la “dimostrata innocenza” dell’ex Cav per evocare la responsabilità civile delle toghe: “Assolutamente fuori luogo” afferma il presidente dell’Anm Rodolfo Sabelli, a Sky Tg -. Basta leggere le varie sentenze, la complessità dei ragionamenti fatti, della valutazione sulle prove raccolte, l’esistenza di una riforma del reato di concussione dopo i fatti e prima della sentenza per capire che siamo totalmente fuori dall’ambito della responsabilità civile dei magistrati”. “Non vorrei – aggiunge Sabelli – che si utilizzasse questa assoluzione in chiave di attacco alla magistratura. Sarebbe una cosa profondamente sbagliata”. Non è la prima volta che la Cei prende posizione contro alcuni comportamenti dell’ex premier. Nel settembre 2011 il presidente della Cei Angelo Bagnasco aveva parlato di “comportamenti contrari al pubblico costume e alla sobrietà richiesta dalla stessa Costituzione”, riferendosi all’art. 54 della Carta che impone ai funzionari pubblici di “adempiere con disciplina e onore” a ogni pubblico ufficio. E aveva definito tali stili di vita come “difficilmente compatibili con la dignità delle persone e il decoro delle istituzioni e della vita pubblica”.

    Tratto da repubblica.it – 12/03/2015