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    Blitz «Cocktail», chiuse le indagini della DDA

    Si va ora verso il processo per i 29 coinvolti nell’inchiesta operazione antidroga

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    Il pm Luciana Silvestris della Direzione distrettuale antimafia di Bari ha chiuso le indagini a carico di 29 persone, per la maggior parte di Cerignola, coinvolte nell’inchiesta denominata “Cocktail” sfociata nel blitz antidroga di carabinieri e finanzieri del 16 marzo scorso con l’esecuzione di 24 ordinanze firmate dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale: 22 in carcere, 1 ai domiciliari, 1 sospensione dal servizio di un carabiniere; 5 gli indagati a piede libero.

    Verso il processo – L’avviso di conclusione delle indagini prelude alle richieste di rinvio a giudizio. Indagati e difensori, dal momento della notifica dell’atto che comporta il deposito da parte della Dda di tutte le prove e indizi a sostegno dell’accusa perché gli accusati possano esaminarle ed estrarne copia, hanno 20 giorni di tempo per chiedere al sostituto procuratore di essere interrogati, depositare memoriali, sollecitare ulteriori indagini. Una volta terminata questa fase la Dda valuterà per chi chiedere il rinvio a giudizio con l’udienza preliminare davanti al gup che si dovrebbe svolgere presumibilmente entro l’estate. I 29 indagati sono accusati a vario titolo di 59 capi d’accusa per fatti avvenuti tra il 2017 e il 2018 essenzialmente a Cerignola, ma anche a Lesina, San Pietro Vernotico (in provincia di Brindisi) e Melfi in Basilicata.

    Tre clan di trafficanti – Le più gravi accuse di aver fatto parte di tre distinte associazioni per delinquere finalizzate al traffico di cocaina, marijuana e hashish (pene non inferiori a vent’anni per i capi, e non inferiori a 10 per i partecipi) vengono contestate a 26 indagati. I tre presunti clan di trafficanti, non in concorrenza ma in affari tant’è che alcuni cerignolani compaiono in un paio di sodalizi, sono composti il primo da: Antonio Todisco quale capo; Natale Fabio Tressante quale presunto braccio destro; Vincenzo Tarricone quale partecipe; Gazmir Gorovelli, Walter Dimmito, Vincenzo Fratepietro e Arcangelo Brandonisio quali fornitori; Leonardo Amoruso, Massimiliano Lioce, Fabio Ferrara e Massimiliano De Marco quali presunti “stabili acquirenti che provvedono allo spaccio a Lesina, Foggia, Stornara, Stornarella e in provincia di Brindisi”. Il secondo gruppo è composto da Savino Zagaria al vertice; al suo fianco Giuseppe Claudio De Feudis; e poi Vincenzo Fratepietro, Leonardo Sciusco e Walter Dimmito cui si contesta il ruolo di partecipi del sodalizio che “rifornivano stabilmente di considerevoli quantitativi di stupefacente”. Nel terzo gruppo, prosegue la Dda, figurano Walter Dimmito quale capo-organizzatore; Leonardo Sciusco, suo collaboratore di fiducia; Pasquale Sciusco, Gianfranco Specchio, Stefano Valentino che si occupavano di approvvigionamento, occultamento, custodia, taglio, confezionamento e rivendita; e Francesco Russo, Matteo Russo, Savino Zagaria e Giuseppe Claudio De Feudis quali acquirenti che rivendevano la droga nelle piazze di spaccio locali.

    I prezzi della cocaina – Ci sono poi 42 contestazioni di singoli episodi di spaccio, essenzialmente di cocaina, e si parla di cessioni nell’ordine anche di 20 chili di hashish, 2 chili di marijuana, 2/3 chili di cocaina; di droga acquistata/venduta per somme di 8mila, 12 mila, 18mila, 40mila euro; in particolare un chilo di cocaina, in base a fornitore e qualità, veniva pagato da 31.500 a 38mila euro. Sei le 6 contestazioni di detenzione e porto illegale di pistole, fucili e armi anche da guerra, quali mitra Kalashnikov.

    Il carabiniere corrotto – E ancora: sei indagati sono accusati del maxi-furto di 14 auto – 11 Jeep Renegade e 3 Fiat 500 – rubate a Melfi nella sede operativa della Sitral il 22 luglio 2017 (e in gran parte ritrovate dai carabinieri). Connessa a questa imputazione c’è quella di corruzione che vede coinvolti Natale Fabio Tressante, uno dei presunti trafficanti di droga accusato anche del furto delle macchine, e l’appuntato scelto dei carabinieri Biagio Bellapianta cerignolano in servizio alla caserma di Melfi, sospeso dal servizio: avrebbe intascato 1500 euro per fornire notizie sulle indagini condotte dall’Arma sul furto dei veicoli.

    Il tentato omicidio – Oltre a un’accusa di estorsione (Leonardo e Pasquale Sciusco e Valentino avrebbero imposto alla vittima di versare 4mila euro picchiandolo e avvertendolo. “Mi devi dare i soldi se no ti vengo a trovare un’altra volta, ti devo ammazzare, ti finisco con le mani e ti seppellisco”), c’è anche una contestazione di tentato omicidio di cui risponde il presunto trafficante Walter Dimmito. Insieme a complici rimasti ignoti avrebbe massacrato di botte il 7 luglio 2017 un concittadino con cui qualche giorno prima c’era stata una discussione verbale per questioni di traffico. Un pestaggio brutale nel quale la vittima, ricoverata inizialmente in prognosi riservata, riportò rottura della milza (fu necessario operarlo e asportarla), fratture del naso e di una costola.

    Redazione Cronaca
    La Gazzetta del Mezzogiorno

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