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    Metta: il problema Ladisa è ancora in alto mare

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    Signor Procuratore, via dei Fornaciari, in Cerignola, si trova in piena zona PAAP, la cosiddetta zona industriale. In via dei Fornaciari ha la locale sede la società “ LADISA”,nota azienda che prepara e somministra pasti alle più disparate Comunità,tra le quali le Scuole Elementari e gli Asili Comunali di Cerignola. In via de Fornaciari,esattamente di fronte alle finestre del centro di cottura della Ladisa,a distanza,in linea d’aria,di meno di cinque \ sei metri, si trova un inceneritore di rifiuti. Precisamente,un inceneritore di rifiuti speciali ospedalieri. Ciò premesso, se la Vostra Signoria,avendo dei figli alle “elementari”, sarebbe indifferente a sapere che i Suoi bambini mangiano cibo preparato in quel centro cottura………..si faccia passare uno stampato per le archiviazione………..e basta là! Se,invece,Le darebbe – con un eufemismo – leggermente fastidio,continui a leggere e cominci a stabilire quali indagini fare e chi indagare. Che ci fa un Centro Cottura in una zona industriale? E’ ciò che ho chiesto all’ing. Mastroserio,dirigente comunale alla urbanistica e al piano regolatore. Lo saprà questo qua – ho pensato – se un Centro Cottura può essere autorizzato in piena zona industriale,di fianco ad un inceneritore,alle spalle di un sito di stoccaggio di rifiuti,che non Le saprei meglio dettagliare. Nella nota 7499 dell’8 marzo 2010 a) ( documento n.1) la risposta. “L’attività espletata dalla ditta Ladisa, cioè di “ristorazione collettiva assistenziale – mensa scolastica – centro di cottura con annesso deposito”, secondo la classificazione delle attività economiche ATECO 2007 rientra nella categoria generale di “attività dei servizi di ristorazione” e non inclusa nelle categorie definite come industrie alimentari; pertanto, non essendo tale tipo di attività contemplata tra quelle insediabili nella zona industriale – artigianale PAP 1^Fase – lotti artigiani,ZONA IN CUI E’ UBICATA LA SEDE OPERATIVA DELLA DITTA LADISA, ne consegue, a parere dello scrivente, L’INCOMPATIBILITA’ URBANISTICA DELLA STESSA RISPETTO ALLE DESTINAZIONI POSSIBILI IN DETTA ZONA”. A parere di questo dirigente comunale in quella zona un Centro Cottura non ci può stare. Ed allora,seconda domanda, come ci è finito là,in zona industriale,questo Centro Cottura ? La parola ancora all’ing. Mastroserio,questa volta con il conforto della esperta in attività amministrativa dottoressa Daniela Conte. “ Dagli atti dell’ufficio urbanistica è emerso che i lotti nn. 49-50-51 del Pap prima fase risultano assegnati in diritti di proprietà alla ditta “Camiceria Futura di Raddato Maria”, giusta convenzione rep. n. 168549 del 27 ottobre 1999 a rogito del notaio Ada Ruo per la realizzazione di un opificio artigianale destinato al confezionamento di camice con ammessa palazzina e pertinenze; stante quanto disposto dall’art. 14 della stessa convenzione, la ditta Raddato NON POTEVA CONCEDERE IN USO L’IMMOBILE ALLA DITTA LADISA IN QUANTO ANCORA SOTTOPOSTO AL VINCOLO DECENNALE DI CUI ALL’ART. 14, con ciò ponendo in essere un atto nullo, poiché in violazione delle disposizioni contenute nella convenzione.” (allegato n. 2). Da sempliciotto quale sono,deduco che: o la Ladisa non è autorizzata a stare lì; oppure quelli che l’hanno autorizzata,hanno qualcosa da spiegare. Quel che so è che nessuno ad oggi, e la mia prima denuncia – che allego come documento n.3,è del 27 settembre 2010,  è intervenuto,nonostante – come vedrà – io abbia, diciamo,abbastanza esteso il novero dei destinatari delle mie riflessioni. Come mai? Cosa è successo,all’inizio: quando sono state – se sono state – rilasciate le autorizzazioni necessarie? Cosa è successo dopo la mia segnalazione? Sono stati omessi i controlli? Oppure sono stati omessi i provvedimenti doverosi e conseguenti ? Oppure,ancora, è tutto in perfetta regola? Quel che so – legga tra i documenti allegati alla mia segnalazione del 278 settembre scorso – è che Mastroserio attende e sollecita ( nota del 15 settembre 2010) provvedimenti da parte dell’Ing. Amato. Il Segretario Generale aspetta risposte da Amato,Mastroserio,nonché dal Comandante dei Vigili Urbani. Intanto, i bambini mangiano……………Il certificato di agibilità ex art.24 DPR 380 \ 2001,per trasformare quel che era una camiceria in un centro cottura è stato rilasciato? Se si,questo rilascio è stato preceduto da quali controlli? Effettuati da chi? E se esistono agibilità e autorizzazione sanitaria come è stato possibile rilasciare legittimamente questi documenti autorizzativi se l’art.28 lettera F DPR 327\1980 prevede che debbano essere DISTANTI dai locali del centro di cottura gli inceneritori dei rifiuti alimentari prodotti dal medesimo centro cottura. Come? Quelli da loro stessi prodotti devono essere allocati a distanza ed in zone protette; quelli speciali,che si bruciano dirimpetto…….no………….quelli vanno bene? Ho sottoposto al Sindaco della mia città queste perplessità con una interrogazione urgente,che ho illustrato in Consiglio Comunale durante l’adunanza dell’8 ottobre scorso. Le allego la risposta del Sindaco,nel testo stenotipico! Risposta che evidenzia,a mio parere,la volontà precisa di omettere ogni tipo di controllo; volontà alla quale si sono “sottomessi” gli organi tecnici comunali,costituiti –  nella parte di vertice – da funzionari comunali,in posizione di facenti funzione di dirigenti. Incarico da “ effe effe”,che dipende direttamente dalla volontà dei politici e al quale,evidentemente,i vari funzionari si sono strenuamente affezionati,per ragioni di prestigio e,magari,anche per il consistente aumento delle competenze mensili che al possesso di tale titolo consegue. Non ho notizia di iniziative degli organismi istituzionali,ai quali ho indirizzato sostanzialmente le medesime doglianze. Le espongo,oggi,alla S.V. ILL. ma perché,in qualità di pubblico ufficiale,sono Consigliere Comunale, ritengo l’iniziativa doverosa giuridicamente e necessaria moralmente. Mi pare di poter dire che alcune norme imperative sono state deliberatamente violate; i controlli doverosi omessi del tutto;evitati i provvedimenti. Il tutto con beneficio di aziende,che esercitano attività economicamente redditizie. Che in questa maniera diventano ancor più redditizie. E si salvano l’anima, proclamando di aver analizzato,con esiti fausti,i cibi; come se le nano particelle, frutto della combustione,invisibili ed indistruttibili,si facessero “analizzare” da loro……Con speranza, riverisco.

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