Grande partecipazione alla catechesi quaresimale organizzata dalla Diocesi, tenutasi martedì 14 alle ore 20 in Cattedrale, protagonista della quale è stata Beatrice Fazi. Nata a Salerno nel 1972, attrice di teatro e del grande e piccolo schermo, nota al pubblico nazionale per aver interpretato, dal 2007 al 2013, il ruolo di Carmela Catapano – alias “Melina” – nella storica fiction di Rai1 “Un medico in famiglia”, ha raccontato ai numerosi presenti il suo personale cammino di conversione e fede. Una storia difficile, parallela e stridente con la sua brillante ascesa come attrice, dominata, come la stessa Fazi ha raccontato, dal «cercare una ragione per essere» per colmare un senso di vuoto e «deserto interiore», come lo ha definito, provocato anche da quella “società dell’apparire” che è il mondo dello spettacolo. Il dolore di un aborto procurato all’età di vent’anni e della tremenda sindrome depressiva che ha funestato gli anni a seguire, che ha trovato sollievo nel riavvicinamento dopo circa vent’anni alla fede ed alla spiritualità. L’attrice salernitana ha raccontato questo percorso di vita anche nel libro “Un cuore nuovo: dal male di vivere alla gioia della fede”, edito da “Edizioni Piemme” nel 2015.
Ciò che spinge e dà la forza a Beatrice di raccontare questa sua esperienza di fede è: «l’urgenza che alla maggior parte delle persone possibile arrivi la speranza di poter essere salvati, di poter cambiare vita ed incontrare la misericordia di Dio – come lei stessa ha dichiarato in esclusiva per lanotiziaweb.it –. Qualcuno leggendo il mio libro mi ha detto che debbo aver avuto un grande coraggio per fare tutto questo ma in realtà per me questo è stato un atto di grandissima liberazione perché portare i nostri peccati alla luce vuol dire ridimensionarli e uscire dall’angoscia». Tuttavia Beatrice non considera “perduti” gli anni precedenti alla conversione: «Chi vive in un’ottica di fede benedice e si riconcilia con la propria storia, e anche ciò che abbiamo sofferto può diventare strumento di salvezza per noi e per gli altri. Dobbiamo smetterla di chiederci “perché?” sono accadute determinate cose ma “per chi?».
L’attrice ha voluto esprimere un pensiero anche in merito al delicato tema dell’aborto che lei ha dovuto vivere in prima persona: «Una donna non dovrebbe mai sentirsi sola ed essere costretta ad abortire e penso soprattutto a quelle donne che hanno subito violenza. Bisogna cercare di costruire una “cultura della vita”, che deve essere difesa anche nelle situazioni più difficili».