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    Metta in piazza: «Ecco le nostre attività!»

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    Ancora in piazza Franco Metta con il suo Movimento. In occasione del Consiglio Comunale, quello “sull’inceneritore”, si è «parlato di tante fesserie, di piccioni morti, ecc., per giungere a notte fonda – denuncia l’avvocato -, quando la sala era vuota, quando su internet a seguire il consiglio non c’era più nessuno, a parlare dell’inceneritore. Ho capito allora che era il caso di scendere in piazza nuovamente». Interviene Lucia Lenoci. Critiche alla relazione dell’ass. Romano, che “forse” avrebbe dovuto parlare di salute per la città. Critiche anche per il Pd. Il MP “la Cicogna” rivendica la paternità della lotta contro l’inceneritore e dice “si” alla differenziata. Afferma poi Metta, «secondo l’avvocato Ladogana “la Cicogna” cerca voti a Tressanti. Probabilmente ignora il fatto che non si è prossimi al voto e forse è il caso di ribadire che noi siamo in piazza per informare, loro, dopo aver preso i voti, sono spariti». Intervento appassionato poi di Teresa Lapiccirella. Con critiche anche per la Regione, che non ha ancora istituito un registro che attesti le morti per neoplasie. Qualche dato su Cerignola: il 2000 circa un quinto dei decessi per tumori, il 2005 un quarto, il 2008 quasi un quarto. Arginare questo trend è necessario. Interviene allora il  consigliere Loredana Lepore, denunciando i sette anni (di procedure giuridiche, amministrative e politiche per giungere all’inceneritore) vissuti nel buio informativo più totale. Denuncia anche la “volontà della maggioranza” di aver parlato dell’inceneritore alle tre di notte, quando non c’erano più cittadini, famiglie e giornalisti (noi però c’eravamo…in diretta fino alla fine!). «Oggi si può far poco, ma si deve fare». Inoltre la Lepore rivendica anche il ruolo informativo del Movimento. «Partendo dal no, detto alla conferenza dei servizi – afferma l’avvocato Lepore -, si deve andare avanti. Non è mai troppo tardi. E’ necessario fare qualcosa di concreto».

    «Alle 5 del mattino – afferma Metta – il Consiglio Comunale decide di far ricorso al TAR. Se non lo farà il comune lo farà il MP “la Cicogna”. Vorrei sapere quando Giannatempo – ironicamente chiamato Sein Sein – andrà dal prefetto, quando andrà a Tressanti, quando combatterà al fianco del Comitato spontaneo. Ci vuole unità di intenti e nessuna polemica. Ogni cittadino deve fare qualcosa.  Non esistono diritti di primogenitura. E lo dico anche ai consiglieri di maggioranza».

    Giunge poi l’ora di comunicare ai presenti qualche news targata Franco Metta. «Sono andati tre finanzieri al Comune, che hanno chiesto notizie sulla rotonda di Torricelli. E’ stata aperta una indagine. Succederà qualcosa. E chi ha regalato 200mila euro dovrà rispondere civilmente e penalmente. Oggi alcune persone mangeranno meglio! La Ladisa cucina a via dei Fornaciari (zona industriale) e le finestre si affacciano su un inceneritore di rifiuti speciali. Ho domandato a Mastroserio se fosse regolare che un centro di cottura fosse in zona Pap. La sua risposta è stata: “è incompatibile”! Io voglio sapere come mai se non è possibile, la Ladisa è li. Come ha fatto ad aprire? In realtà ha fittato dei locali. La verità è che i locali li ha fittati una certa Maria Raddato per farci una camiceria. Allora l’ingegnere Amato e il comandante Mandrone devono prendere provvedimenti. Aspetto un’altra settimana e poi li denuncio. Oltre alle fioriere ci interessano altre cose: la recinzione di via Tiro a Segno, il palazzo con la pancia, e molto altro. In questa città dobbiamo rispettare le regole. C’è un terreno a Torricelli, che una signora ha pagato come edificabile, per cui ha pagato anche le tasse. Una bella mattina il terreno diventa agricolo, perchè nel frattempo erano diventati edificabili altri terreni. Dico poi agli amici delle Fornaci che se non si regalassero 200mila euro ai mattonari di questa città potremmo anche riparare le strade. Poi dicono che sono un terrorista, perchè dico che la Marconi è inagibile, che a Torricelli ci sono i topi e che la Di Vittorio subisce furti costanti a 20 metri dalla caserma dei Carabinieri».

    «In conclusione – termina Metta – vi comunico che sono state raccolte già 500 firme contro l’inceneritore, a testimonianza di una città nella quale si sta risvegliando il senso civico». Attendiamo ora sviluppi durante la prossima settimana.

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