In occasione delle festività pasquali, lanotiziaweb.it propone una poesia, di un anonimo autore cerignolano, che incarna i sentimenti umani e cristiani dei riti della settimana santa, ponendo attenzione al Cristo Rosso.
IL CRISTO ROSSO
Venerdì Santo nella mia terra. Il Cristo rosso in processione, avanti l’addolorata. A piedi nudi, sotto una croce. Rossi la tunica e il cappuccio. Due fori per vedere e palesare, l’altrui e proprio tormento. Con sforzi giunge, per il peso barcollando, del dolore universale. Rimarca la banda, strazianti marce. Un moto scuote. L’opprimente tuo calvario, e l’esito tuo penoso si parano. Si specifica quel che sei, e sarai. E dagli arbori sei stato. L’addolorata è stata mia madre. L’uomo nel supplizio più vittima. Il Cristo rosso, d’esser figlio di Dio predicava. L’uomo è figlio, della pervicace sventura. Né ha certezza d’esistere, oltre la morte. Dell’odio sopratutto è sciente, e d’eversive malattie. Da felicità scalfito, e non sempre. All’ignominia abbarbicato, Mortal, da cappuccio rosso, io son te, tu sei me.
La maggior parte degli esseri umani, non ha ancora capito nulla del dono di Dio.
Specialmente, le persone ricche, che pensano a se stessi, quelli, sono coloro che pagheranno di più le pene dell’inferno.
Non hanno capito, che sono ricche perchè qualcuno ha voluto così, è stato messo alla prova verso i poveri, sarà veramente dura per questa gentaglia che non si accontenta mai, quando arriverà il loro momento, quello della morte, saranno puniti severamente, da Dio Nostro Signore.