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    Dispersione scolastica, osservatorio cittadino per contrastare il fenomeno

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    Un Osservatorio cittadino per monitorare il fenomeno della dispersione scolastica e per contrastarlo con una serie di interventi concreti. Ad annunciarne la costituzione, prevista per il prossimo autunno, è stata la dottoressa Lucia Lenoci, dirigente della Scuola Secondaria di Primo Grado “Padre Pio”, durante il convegno, tenutosi ieri nella Sala Consiliare del Palazzo di Città di Cerignola, nel quale è stato presentato il progetto “Pon F3…e poi? Rete, prevenzione, continuità nella scuola”, nell’ambito del PON FSE “Competenze per lo sviluppo”-Obiettivo/Azione F3 “Sviluppo di reti contro la dispersione scolastica e la creazione di prototipi innovativi”, finalizzato appunto ad arginare quella che, in termini numerici, per Cerignola e per la Provincia di Foggia, è una vera e propria piaga. E’ un imperativo categorico, è stato sottolineato ieri, cercare di ridurre il tasso di dispersione scolastica, un fenomeno drammatico e socialmente costoso che condiziona negativamente il futuro di chi abbandona precocemente i percorsi formativi offerti dalle scuole. Per tentare di offrire una seconda opportunità ai ragazzi è però necessaria una totale comunità di intenti tra le diverse agenzie educative operanti nella nostra città, coordinando in sinergia tutte le iniziative possibili utili in tal senso.

    Esattamente quello che le scuole di Cerignola sono riuscite a fare nei mesi scorsi, unendo le proprie forze. I tre istituti capofila, appunto la “Padre Pio”, l’Istituto Tecnico Economico “Dante Alighieri” e l’Istituto di Istruzione Superiore “Augusto Righi”, hanno realizzato una serie di progetti decisamente innovativi dal punto di vista didattico e che si sono contraddistinti per la loro originalità, tanto che il tutto è sfociato in un arricchimento globale dell’offerta formativa. Ne sono state protagoniste anche le altre scuole della nostra città; i Circoli Didattici “Marconi”, “Carducci” e “Di Vittorio”, l’Istituto Comprensivo “Battisti-Don Bosco”, le scuole Secondarie di Primo Grado “Pavoncelli” e “Paolillo”, il Liceo Classico “Zingarelli”, il Liceo Artistico “Sacro Cuore”, l’I.S.I.S.S “Pavoncelli”: Alquanto diversificato il contenuto delle azioni messe in campo dai dirigenti scolastici al fine di rafforzare il legame tra scuole e territorio, cointeressando i genitori degli alunni. Si è fatto ricorso a docenti interni nel ruolo di tutor ed esperti qualificati; fondamentale e proficuo, poi, si è rivelato il contributo offerto da alcune tra le più belle realtà dell’associazionismo locale nell’aiutare gli alunni delle diverse scuole a compiere percorsi di educazione alla cittadinanza attiva e alla legalità: parliamo di “Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie”, le cooperative sociali “AlterEco” e “Pietra di Scarto”, della “Associazione Volontari Emmanuel”, enti partner insieme al Comune di Cerignola ed al Gruppo di Azione Locale “Piana del Tavoliere”, i cui rappresentanti erano presenti ieri in Sala Consiliare. Associazioni che la dottoressa Lenoci ha ringraziato per il sostegno offerto: <<hanno accolto con entusiasmo il nostro invito a darci una mano. E’ davvero confortante registrare il clima di fraterna collaborazione venutosi ad instaurare tra tutti gli attori coinvolti>>. Insomma, se l’Europa ha chiesto alle reti territoriali scolastiche dei Paesi membri dell’Ue di progettare efficaci piani di contrasto alla dispersione scolastica, si può dire che nella nostra città dirigenti scolastici e docenti impegnati hanno fatto davvero la loro parte. E l’hanno fatta alla grande, tanto che ben tre reti scolastiche di Cerignola hanno incassato finanziamenti strutturali europei.

    Durante il convegno, al quale era presente anche il professor Francesco Liuzzi, docente del Corso di Laurea di Scienze della Comunicazione all’Università di Bari, sono intervenuti pure i professori Giuseppe Russo e Salvatore Mininno, dirigenti scolastici degli altri due istituti capofila, l’I.I.S.“Augusto Righi” e l’I.T.E. “Dante Alighieri”. <<Si tratta di essere davvero costruttivi per abbattere la dispersione scolastica – ha detto Russo -. E’ un fenomeno che colpisce in particolare le scuole più periferiche. Per questo abbiamo creato una rete di esperienze, per confrontare le nostre metodologie didattiche e migliorarle, e a trarne giovamento sono stati i ragazzi, la cui risposta al progetto si è rivelata entusiastica>>. I risultati non sono mancati, ha sottolineato il professor Mininno: <<In una scuola abbiamo cercato di far tornare in classe 13 ragazzi che avevano abbandonato le lezioni; l’obiettivo è stato centrato in 10 casi. In questo avvincente viaggio ogni scuola ha introdotto metodologie alternative ed innovative rispetto ai tradizionali metodi e strumenti didattici. Per fare un esempio, alla scuola elementare “Carducci” è stato creato uno sportello informativo di consulenza per alunni e genitori. Si tratta di investimenti vitali per il territorio>>. Per prevenire le condizioni di abbandono scolastico è importante personalizzare l’offerta formativa, adattandola al contesto sociale del singolo alunno, così come è vitale operare per favorire opportunità occupazionali per i nostri giovani, in un territorio in cui il brodo di coltura della criminalità giovanile è la condizione di degrado economico, sociale e culturale di molti ragazzi, di cui la dispersione scolastica rappresenta appunto una spia. I dati della Capitanata sono allarmanti anche da questo punto di vista, tanto per cambiare: la dispersione scolastica raggiunge in alcuni casi tassi pari al doppio della media regionale, che è del 19,5% (al Sud è del 25%, in Italia del 17,6%). Le conseguenze, a Cerignola, sono sotto gli occhi di tutti: tredicenni che rapinano farmacie, quindicenni che spacciano cocaina, neomaggiorenni arruolati nella batterie specializzate in assalti a Tir e portavalori. Una spirale che non si può arrestare soltanto con l’azione, seppur lodevole, delle scuole e delle altre agenzie educative e con il lavoro delle forze dell’ordine. C’è bisogno che i genitori tornino a fare i genitori: troppi ragazzi cerignolani sono metaforicamente orfani, soprattutto di padre. <<La famiglia ha perso il suo ruolo educativo e pretende di delegare tutto alla scuola, quando le fa comodo – ha sottolineato il Sindaco Antonio Giannatempo -. Se i nostri giovani non riconoscono l’apporto fondamentale che possono ricevere dai genitori o se, più semplicemente, questo manca, diventa più difficile, per i soggetti esposti al rischio di devianza, accettare il ruolo e l’autorità di un docente. Sono rimasto molto colpito, ad ogni modo, dalla capacità di fare squadra, intorno a questo progetto, di tutti i suoi protagonisti, che hanno dimostrato come si possa lavorare insieme mettendo da parte individualismi e personalismi, per far crescere la nostra comunità, che ha tanto bisogno di risollevarsi con contributi culturali al’altezza della gravità della situazione. L’esperienza condotta in questi mesi dalle scuole di Cerignola costituisce un’immensa gioia per me e per tutte le persone di buona volontà, ancor più in un momento amarissimo come quello che sta vivendo la nostra città>>.

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