Non più 86 province in Italia ma 51, ben 35 in meno. E’ stato approvato ieri dal Consiglio dei ministri il decreto legge che riforma l’assetto provinciale del nostro Paese. Si tratta di un decreto «di tipo ordinamentale e strutturale, irreversibile, nella logica avviata con la spending review», ha riferito il ministro della Funzione pubblica, Filippo Patroni Griffi che insieme al ministro Cancellieri, ha presentato in conferenza stampa la nuova cartina dell’Italia, suddivisa in base ai nuovi accorpamenti provinciali.
Riforma attiva dal 2014 «Da gennaio e coerentemente con la governance, verranno meno le giunte provinciali e nella fase di transizione sarà possibile per il Presidente delegare non più di tre consiglieri. Questo fino a quando il sistema non andrà a regime nel 2014», ha dichiarato il ministro Patroni Griffi. In questo mese si terranno invece le elezioni per decidere i nuovi vertici delle province. La riduzione, ha continuato il ministro «è un processo irreversibile e da gennaio verranno meno le giunte provinciali: il governo si è mosso tra spinte opposte, tra spinte al mantenimento dello status quo e spinte alla cancellazione totale». La riforma inoltre prevede alcuni divieti e cancellazioni come quello relativo al cumulo di emolumenti per le cariche presso gli organi provinciali e l’abolizione degli Assessorati. Non rientrano, per il momento, nella riforma delle province, quelle appartenenti alle regioni a statuto speciale. «Del riordino delle province delle regioni a statuto speciale ci occuperemo in seguito visto che la legge sulla spending concedeva a queste realtà 6 mesi di tempo in più – ha detto Patroni Griffi – la Sardegna ha già provveduto mentre la Sicilia ora è impegnata su altro. Per assicurare l’effettività del riordino delle Province, senza necessità di ulteriori interventi legislativi, il governo ha inoltre delineato una procedura con tempi cadenzati ed adempimenti preparatori, garantiti dall’eventuale intervento sostitutivo di commissari ad acta».
D’accordo con il riordino delle province..
A quando quello del Parlamento?..
I tagli sono cominciati dal basso..quando arriveranno in alto?..
Non sono molto convinto sulla decisione di tagliare le provincie. Gli accentramenti finiranno per provocare danni e difficoltà a noi cittadini, mentre le spese risparmiate finiranno nelle tasche dei soliti magna magna. Lavoro in un azienda in cui sta capitando proprio questo, nessun risparmio per le bollette, scomodità e mancanza di presenza di personale sui posti soppressi, guadagni illimitati per gli azionisti, proprio dopo la causale dell’accentramento. Bastava stabilire regole diverse e abbassare gli stipendi faraonici.