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    L’Agricoltura di Cerignola verso la Cooperazione

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    È “uniti per il futuro” lo slogan emerso dall’arrembaggio di 55 agricoltori cerignolani, capitanati da Salvatore Morano (consigliere comunale) e Michele Specchio (direttore dell’agenzia dell’agricoltura), nella regione Emiliana in occasione della quarantesima edizione di EIMA, l’esposizione internazionale di macchine agricole di Bologna. All’escursione hanno partecipato esperti di macchine agrarie, rivenditori, braccianti agricoli, studenti oltre che alcuni illustri imprenditori locali e rappresentanti delle istituzioni pubbliche. Obiettivo di questo piccolo esodo è stato quello di incamminare alcuni attori dell’economia agraria di Cerignola verso un progresso tecnologico e manageriale ormai riconosciuto vitale per il sostenimento del settore. Durante i due giorni emiliani, i partecipanti hanno potuto seguire un itinerario ben organizzato che ha previsto innanzitutto la visita di due realtà di successo del sistema agroalimentare italiano come la Caviro, società cooperativa leader in Italia per la vendita di vino grazie al marchio Tavernello, e la Agrofertil, società cooperativa da anni affermata nel settore dei concimi organici per l’agricoltura sia biologica che convenzionale. In entrambe le occasioni, le società hanno messo a disposizione esperti che hanno raccontato la storia e il processo produttivo dalla terra fino al consumatore finale, enfatizzando soprattutto la chiave dell’associazionismo come principale segreto del seguito vincente che contraddistingue queste forme di organizzazione imprenditoriale. Tutti i partecipanti hanno interagito attivamente alla disquisizione dei relatori cercando suggerimenti, risposte e chiarimenti sull’evidente impotenza organizzativa che affligge non solo la nostra comunità locale ma, purtroppo, anche tutta l’area agro-industriale del Mediterraneo.

    Presso il gruppo Caviro, gli agricoltori, in larga parte veterani viticoltori, hanno osservato con stupore l’elevato livello tecnologico degli impianti di stabilizzazione del vino conferito dai soci, ma soprattutto è stato interessante per loro valutare l’enorme grado di automazione delle fasi di confezionamento, stoccaggio e carico/scarico merci. In questo modo è sembrato più chiaro comprendere il successo internazionale di un brand italiano come Tavernello il quale, tanto per citare alcuni numeri, solo nel 2012 conta 1.630.020 ettolitri di vino imbottigliato con una produzione giornaliera di circa 0,8 Milioni di litri al giorno. In secondo luogo, il gruppo si è spostato presso la società Agrofertil, da anni impegnata in un accordo reciproco con gli allevatori locali per la raccolta delle deiezioni e scarti della macellazione degli animali, in particolare del settore avicolo. Agrofertil è stato un esempio di come due esigenze accomunate possono costituire una simbiosi virtuosa da cui si generano esternalità positive con impatti su scala locale in termini di occupazione, sviluppo sostenibile e rispetto dell’ecosistema. Nel dettaglio, la società provvede alla raccolta degli elementi di scarto per le aziende zootecniche e, attraverso un processo di fermentazione anaerobica lunga quattro mesi, realizza un concime organico esente da erbe spontanee e ricco di micro e macro elementi nutritivi per le piante.

    Per i partecipanti, forse alcuni alla prima esperienza, è stato possibile toccare con mano i risultati tangibili della cooperazione, i quali hanno dimostrato una forte inclinazione verso un’ottimizzazione delle risorse, efficienza della gestione dei processi e alto valore aggiunto dei prodotti ad appannaggio ovviamente di tutti gli stakeholders coinvolti. Tutto ciò che servirebbe per la nostra città. Infatti, l’aspetto più rilevante da considerare è che una terra come la nostra, così ricca di risorse e vantaggi ambientali, a causa della tragica organizzazione delle imprese locali, non è in grado di auto-approvvigionarsi degli input produttivi per cui è costretta a importare dal nord o persino dall’estero, con grossi aggravi finanziari sul bilancio aziendale. Tutto ciò, inoltre, accompagnato da un regime tecnologico delle imprese molto modesto, ammesso anche dagli stessi partecipanti durante e dopo la visita di uno degli appuntamenti top nel panorama mondiale della meccanizzazione agraria. Nel secondo giorno di visite, l’armata cerignolana ha partecipato alla fiera Bolognese di macchine agricole e alcuni agricoltori hanno colto l’occasione per valutare i nuovi modelli di trattori e attrezzi per le lavorazioni agronomiche oltre che valutare le innovazioni nel campo dei sistemi d’irrigazione, estrazione e filtraggio delle acque, fitodepurazione e impianti energetici da fonti agro-zootecniche.

    In sintesi, questo evento ha proiettato l’agricoltura cerignolana in un contesto globalizzato ricco di innovazioni efficaci ed efficienti. Tirando le somme, i partecipanti hanno trovato enorme soddisfazione a questa bellissima iniziativa promossa anche dall’Amministrazione Comunale di Cerignola, che ha procurato i biglietti per l’ingresso in fiera e, soprattutto, supportata da persone di grande passione per l’agricoltura come Salvatore Morano, Giannetta Francesco e Michele Specchio, i quali hanno contribuito personalmente alla quota pro-capite versata da ogni partecipante affinché si potesse realizzare tal esperienza. L’auspicio è che ogni tassello aggiunto sia incastonato in un progetto politico strategico che sollevi il settore cruciale della nostra economia, magari promuovendo altre iniziative simili. Pare che anche ai contadini piaccia rinnovarsi.

    Matteo Metta

    4 COMMENTS

    1. L’ agricoltura a Cerignola, sta per morire …. poi ci sono pure gli stranieri nei campi , che levano il posto di lavoro a molti padri di famiglia di Cerignola… prima noi nel lavoro … … stiamo in rianimazione ….. l’agricoltura STA PER MORIRE …

      • Inseguiamo oggi un modello di successo (le coop dell’Emilia Romagna) dopo 40 anni …un pò tardi, direi.

        Caro Mimmo, ma perché te la prendi con gli stranieri (quelli che lavorano)?
        Gli stranieri sono sfruttati da contadini (non tutti per fortuna) per una manciata di euro (quando e se, forse, li pagano).
        Li affamano, guarda il caso, i figli (o nipoti) dei cafoni di Peppino Di Vittorio che pativano la fame sotto i padroni nei primi anni del 900…
        Che strano il destino…
        Guardiamoci la trave nell’occhio… quali stranieri!!!

    2. comunque non pensate che questa foto sia stata scattata dopo che si sono “allitriati” il personaggio e’ proprio cosi’

    3. Grande iniziativa ..sonso stato con voi o forli..una grande esperienza tutti sbalorditi per l’organizzazione. Continuate….

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