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    Bari, IV Conferenza per l’Infanzia: “Ripartiamo da una società educante”

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    È il silenzio ad aprire la Quarta Conferenza nazionale per l’Infanzia e l’Adolescenza di Bari, un minuto dedicato a Nicolino “Cocò” Campolongo e Domenico, i due bambini uccisi barbaramente a Cosenza e a Palagiano dalle cosche mafiose, un silenzio che ci si augura possa trasformarsi in un grido di dolore e di rabbia, affinchè mai più accadano fatti così atroci. A Cocò e Domenico è dedicata la Quarta Conferenza nazionale per l’Infanzia e l’Adolescenza. La due giorni pugliese si svolge da oggi a Bari presso Villa Romanazzi Carducci, e coinvolge numerosissimi addetti ai lavori tra amministrazioni centrali, territoriali, associazioni, il privato sociale e tutti gli attori che si occupano dei più piccoli. Dopo il breve messaggio di saluto del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che ricorda come “la famiglia e la scuola sono chiamati a promuovere l’educazione e la crescita quali contributi fondamentali per sviluppare la piena realizzazione sociale, nel rispetto della dignità umana”, è il ministro del lavoro e delle politiche sociali Giuliano Poletti ad aprire la quarta edizione: “Investire sull’infanzia – ha detto Poletti – è una scelta fondamentale per ogni collettività. Per fare delle cose grandi bisogna pensare le cose grandi. L’orizzonte è un elemento fondamentale, decisivo, gli obiettivi si realizzano solo con il pluralismo dei soggetti, delle idee, delle convinzioni è da questo pluralismo e da questa capacità di cooperare che si possono realizzare le cose grandi. È necessario ricalibrare una nuova messa a fuoco della priorità politica sull’infanzia, puntando tutto sul lavoro di cura, il peggio trattato nel nostro Paese e il cui riconoscimento sociale ed economico è assolutamente inadeguato, assegnando invece ad esso una vera dignità economica e sociale. “È da questa conferenza – annuncia il ministro Poletti – che rinascerà l’Osservatorio nazionale e la programmazione con il nuovo Piano d’azione”.

    Per Michele Emiliano, sindaco di Bari, “le morti come quelle di Cocò e Domenico sono morti annunciate perché le organizzazioni criminali si proteggono facendosi scudo dei bambini e la rieducazione in questo caso è più impegnativa di qualsiasi percorso di smantellamento di cosca mafiosa”. “La nostra città – ha continuato il sindaco Emiliano – ha raddoppiato il numero degli asili nido, abbiamo coinvolto migliaia di studenti in progetti di legalità, ci prendiamo cura da anni dei minori stranieri non accompagnati, al momento più di 300, giunti da ogni parte del Mediterraneo e chiediamo allo Stato che ci sostenga in una materia che va ben oltre i confini di una città, dandoci i mezzi per adempiere al meglio a questo compito”.

    È Nichi Vendola, presidente della Giunta regionale pugliese, a riprendere uno dei temi più caldi della conferenza nazionale anche delle sessioni pomeridiane: “La maturazione della cultura dell’infanzia e dell’adolescenza non veicola necessariamente un miglioramento della qualità della vita dei più piccoli e delle più piccole. La crisi è una tenaglia di disagio sociale che coinvolge soprattutto i bambini e questa Europa non riesce a dare risposte, ci sono 125milioni di europei a rischio di povertà e questa popolazione è composta soprattutto di bambini. Viviamo in un paese, la nostra Italia, che ha tagliato negli ultimi anni 8 miliardi di euro alla scuola pubblica. Eppure in questa società che si è squagliata, diventando liquida, l’unica cosa solida è proprio la scuola. Qui in Puglia abbiamo lottato controcorrente, abbiamo pensato che bisognasse investire in cultura, educazione e in servizi sociali. La Puglia aveva una delle più basse infrastrutturazioni d’Europa, non c’erano asili nido, sezioni primavera e non c’erano nemmeno le parole per dirlo. Abbiamo tenuto, fronteggiando la crisi con scelte di investimento importanti e qualificatrici per l’offerta dei nostri servizi. In Puglia oggi abbiamo 612 strutture dedicate a servizi per la prima infanzia per un totale di 13.803 posti utente tra asili nido, centri ludici e sezioni primavera, 191 strutture residenziali per 1.510 minori, 341 centri diurni per oltre 9000 posti utente. Sono i numeri di una offerta di servizi che ormai ha raggiunto tutti i Comuni pugliesi e ogni angolo, anche i più remoti, della nostra Regione. E questo – ha sottolineato in chiusura del suo intervento Vendola – anche per far sì che le donne non siano il surrogato del welfare e per mettere in piedi il progetto di una società educante, che si prende in carico i bambini, li sa guardare in faccia, li sa ascoltare, contribuendo alla costruzione della loro autonomia intellettuale”.

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